L’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni OIM dà il via oggi 28 novembre all’annuale Global Migration Film Festival (GMFF), giunto alla sua terza edizione, con proiezione di documentari, lungometraggi e cortometraggi che esplorano i temi della migrazione e della mobilità umana. Come riferisce l’OIM in una nota, la cerimonia di apertura si tiene presso il Graduate Institute di Ginevra, avviando 21 giorni di proiezioni e panel di esperti delle missioni OIM in 100 paesi. Gli eventi saranno ospitati in vari locali, dai cinema a luoghi estemporanei lungo le rotte migratorie più popolari come il corridoio trans-sahariano.
L’apertura del programma a Ginevra sarà affidata a una produzione tedesca: Strange Daughter. Il film racconta la storia di una giovane coppia destinata a stare insieme ma incastrata tra tradizioni, religione, contraddizioni e pregiudizi. Tra gli altri film offerti alle missioni OIM che ospiteranno le proiezioni, The Merger (2018), commedia/dramma australiano, e il cortometraggio danese Adnan’s Father (2017). Una giuria composta da professionisti del cinema internazionale e specialisti della migrazione selezionerà tre produzioni della categoria Short Films e due della categoria Feature Films. Il miglior film della categoria dei corti riceverà 500 dollari e il miglior film della categoria Feature Film riceverà 1.000 dollari. La cerimonia di premiazione si svolgerà in occasione della Giornata internazionale del migrante (18/12).
Alcuni dei registi che partecipano al Festival sono stati loro stessi migranti o rifugiati. Molti condivideranno storie nate dalle loro esperienze uniche e il loro talento attraverso film che coprono un’ampia varietà di generi cinematografici.
Verranno offerte molte proiezioni, insieme a gruppi di discussione composti da cineasti, migranti e altri ospiti.
Diverse proiezioni includeranno eventi collaterali come mostre fotografiche, attività per bambini e programmi rivolti agli studenti universitari. “Con il nostro Film Festival, ci sforziamo di utilizzare i film come strumento per stimolare il dibattito sulla migrazione e attirare l’attenzione sui problemi sociali che interessano i migranti attraverso lo storytelling”, ha affermato Leonard Doyle, portavoce dell’OIM e responsabile della divisione Media e comunicazione. “Il cinema e le migrazioni hanno un legame storico che risale a più di un secolo quando i registi, molti dei quali erano immigrati, hanno iniziato a realizzare film che raffiguravano un mondo in movimento”. (ANSAmed).