Pamela, respinto rito abbreviato per Oseghale

Respinta la richiesta di rito abbreviato avanzata dai legali di Innocent Oseghale, il pusher nigeriano imputato per omicidio e occultamento di cadavere in relazione alla morte di Pamela Mastropietro, la 18enne che si era allontanata da una comunità di recupero e che è stata poi fatta a pezzi e ritrovata cadavere in due trolley a Pollenza, Macerata, il 31 gennaio scorso. La decisione, presa dal Gup Claudio Bonifazi, con il parere positivo della Procura di Macerata, è stata comunicata oggi durante l’udienza preliminare.

Il processo a Oseghale si svolgerà dunque in Corte di Assise con il rito ordinario dal 13 febbraio 2019. “Abbiamo considerato che la richiesta di un giudizio abbreviato così formulato potesse essere rigettato, abbiamo però ritenuto indispensabile, su consiglio dei nostri consulenti, formulare la richiesta di un rito abbreviato ‘condizionato’ e non ‘subordinato”’, spiega all’Adnkronos uno dei legali del nigeriano Simone Matraxia, sottolineando l’intenzione di voler ”esercitare appieno il nostro diritto di difesa e portare i vari testimoni”. Nel corso dell’udienza preliminare Oseghale ha letto una lettera, racconta il suo legale, dove ”si è scusato con la famiglia di Pamela e con gli italiani” e ”ha dichiarato di non aver ucciso la ragazza e di aver sbagliato a non chiamare un’ambulanza chiedendo una seconda possibilità”.

LE PROTESTE – Stamattina un gruppo di manifestanti ha insultato Oseghale all’arrivo in tribunale. E’ stato contestato anche il sindaco di Macerata Romano Carancini. “Sono aspetti che mi lasciano perplesso da sindaco – commenta all’Adnkronos lo stesso primo cittadino – Queste persone non erano maceratesi, hanno insultato i maceratesi ed è inaccettabile per la mia comunità che continua a vivere con grande dolore e discrezione la vicenda di Pamela“.

Carancini se la prende con questi “ultrà della giustizia: ci piacerebbe sapere chi sono e chi li ha mandati ad avvelenare il clima – conclude – abbiamo bisogno che la giustizia sia fatta di legalità che possa arrivare attraverso la giustizia dei tribunali”.