Doverosa premessa: l’Italia è contributore netto per cui i cosiddetti “fondi UE” in realtà non esistono. Sono soldi che la UE estorce agli italiani e che poi restituisce imponendo di gettarli e/o spenderli secondo i suoi tempi e i suoi capricci. I Comuni italiani non chiedono (o meglio, non pretendono) la restituzione di questo denaro, ad esempio, per riparare le strade ridotte a colabrodo, ma per il wifi.
BRUXELLES – Sono stati ben 3.202, un record fra i Paesi Ue, i comuni italiani che si sono candidati a ricevere i finanziamenti europei per installare gratuitamente il wifi negli spazi pubblici. Molti di questi resteranno però, almeno per ora, a bocca asciutta, visto che il primo bando WiFi4EU lanciato dalla Commissione europea (quello estivo era stato annullato a causa di un problema tecnico) ha messo in palio voucher da 15mila euro per 2.800 municipi europei, per un totale di 42 milioni di euro. Ci saranno però altri quattro bandi nei prossimi due anni. L’obiettivo è quello di permettere ai comuni di installare una rete wifi gratuita negli spazi pubblici come municipi, biblioteche, musei, parchi e piazze.
Tramite il portale internet dedicato, sono state inviate 13.198 candidature, 3.202 delle quali (il 24%) provenienti dall’Italia. I secondi più reattivi sono stati i municipi spagnoli (2.116), seguiti da tedeschi (1.824) e francesi (1.451). Salvo la Romania (895), in tutti gli altri stati europei (più Islanda e Norvegia) le candidature inviate non hanno superato le 400.
I comuni vincitori, selezionati sulla base del principio ‘primo arrivato, primo servito’, saranno annunciati a dicembre. A ogni Paese sarà garantito per questa prima gara un minimo di 15 voucher, fino a un massimo di 224. Nei prossimi due anni saranno aperti altri quattro bandi WiFi4EU, per un totale di 120 milioni di euro e la copertura potenziale di 8mila comuni. ANSA Europa