Dov’è finito il “tesoro” di Gheddafi? Non si fermano le indagini sui misteriosi movimenti di denaro dai conti appartenuti a Muhammar Gheddafi: circa 67 miliardi, secondo quanto ricostruito finora, che si trovano congelati nei “forzieri” europei dopo la guerra che spodesto’ il Colonnello dopo 42 anni di leadership. Cinque Paesi Ue avrebbero autorizzato, in barba agli impegni presi di fronte all’Onu, pagamenti dai conti di Gheddafi. L’accusa nei confronti di Belgio, Lussemburgo, Regno Unito, Germania e Italia è arrivata dall’Autorità libica per gli investimenti.
Il caso scoppiato in Belgio – Nel mirino dell’Autorità (ma anche dell’Onu, che ha aperto un’inchiesta in merito) è finito il via libera concesso alle banche per usare quei conti che i governi si erano impegnati a congelare per evitarne l’utilizzo illecito, a vantaggio di terroristi, criminalità organizzata e immigrazione clandestina. I fondi sono congelati, ma non gli interessi, almeno stando alle accuse. Interessi da capogiro, che secondo diverse inchieste gionalistiche, potrebbero essere stati utilizzati per finanziamenti non proprio trasparenti, tra cui l’acquisto di armi a favore di milizie libiche attive anche nella tratta di migranti.
Finora, si era puntato il dito solo contro il Belgio, ma l’annuncio dell’Autorità libica per gli investimenti sarebbe la prima conferma, a livello ufficiale, che altri Paesi europei, tra cui l’Italia, sarebbero coinvolti nella violazione delle sanzioni e dunque nel finanziamento illecito verso soggetti di cui ancora non si conosce l’identità.
Un furto ai libici? Oltre ai vari interrogativi sulla pericolosità dei gruppi ai quali sono andati a finire i quattrini del Colonnello, si pongono ora una serie di domande sulla rapina perpetrata ai danni dei cittadini libici, che speravano di investire nella ricostruzione del Paese le ingenti somme messe da parte da Gheddafi mentre davanti ai suoi occhi crollava il regime che avevo tenuto in mano dalla rivoluzione del 1969.
Lo scandalo ha già coinvolto i maggiori colossi bancari che operano in Belgio, come ING, BNP Paribas Fortis, KBC, ma soprattutto Euroclear, operatore di servizi finanziari fondato da JP Morgan, oggi accusata di aver autorizzato pagamenti per 12,8 miliardi di euro verso soggetti sconosciuti. L’inchiesta shock, diffusa dalla radiotelevisione belga RTFB, ha rivelato che i soldi del colonnello sarebbero stati usati anche per finanziare gli scafisti che negli anni successivi alla morte di Gheddafi sbarcarono sulle coste europee migliaia di profughi.
La difesa di Bruxelles
Il governo di Bruxelles ha difeso il proprio operato affermando che le sanzioni non colpiscono gli interessi maturati dai fondi congelati. Tuttavia, i funzionari dell’Onu hanno già smentito la correttezza di tale interpretazione, sostenendo l’illiceità dei pagamenti.
La stessa scappatoia, a detta dell’Autorità libica per gli investimenti, sarebbe stata adoperata dagli altri Governi accusati dell’utilizzo dei fondi di Gheddafi. José Luis Díaz, portavoce delle Nazioni Unite, ha dichiarato che le conclusioni degli funzionari sono state inviate al Consiglio di sicurezza dell’Onu, che può ora prendere provvedimenti sul comportamento degli Stati Ue coinvolti.