Inceneritori, ha ragione Di Maio o Salvini?

Ha ragione Salvini, per due ordini di motivi:

1) né le discariche, né la differenziata rappresentano la soluzione del problema;

2) il patto o contratto di governo è fondamentale (come rispettare il Sabato) ma se ti cade l’asino nel pozzo lo vai a tirar fuori anche se è sabato.

Tuttavia, sia Salvini, sia la stampa e la televisione hanno parlato di Termovalorizzatori e di Inceneritori: allora, quarant’anni fa c’erano gli Inceneritori e una discreta mafia se ne interessò, ma la loro capacità di inquinare e rilasciare diossina quando gli impianti si raffreddavano era massima; vent’anni fa arrivarono i Termovalorizzatori – dotati di filtri – riducevano l’inquinamento del bruciare, ma non abbastanza, in cambio fornivano energia elettrica da combustione (legno, rifiuti, gasolio…tutto può bruciare); oggi esistono gli Apparati di Pirolisi – due brevetti italiani, Italgas e Ansaldo anche se gli inventori del personal computer, gli Italiani, appunto, si fecero rubare l’idea del pc una sessantina di anni fa. Oggi, dunque, esistono Pirolizzatori di cui un tipo che emette gas combustibile, inerti ed anidride carbonica; ed un altro che non emette l’anidride carbonica perché svolge al chiuso i processi.

Perché non si parla di dotare l’Italia di questi apparati attuali? Perché si confondono Termovalorizzatori e Inceneritori? Perché la mafia non solo non si è interessata ai Pirolizzatori, ma anzi, li ha osteggiati in tutti i modi entrando nella politica e nell’economia per impedirne la diffusione? Perché a Roma Virginia Raggi ed il suo staff non hanno voluto prendere in considerazione tale proposta (che era il primo punto, ad esempio, del Programma per Roma alle passate elezioni del Movimento Roosevelt che pure l’ha appoggiata e votata)?

Ci sono anche altre tecniche non aerobiche – in cui, sempre al chiuso, intervengono i batteri – e che consentono di trasformare la risorsa “rifiuti” in concimi, fertilizzanti e gas naturali, combustibili, a impatto ambientale negativo (cioè risolvono più problemi dell’abbandonare i rifiuti – come tali – a sé stessi o cercare di riciclarli in modo non efficiente). Intendiamoci, la differenziata e l’economia circolare sono buonissime idee; ma perché vetro, metalli, plastica eccetera vengano recuperati occorre dotare le città di industrie adeguate, non mandare tali risorse in Svezia o in Germania (che, invece, al pari di alcuni lodevolissimi Comuni italiani – ma l’eccezione conferma la regola- sanno approfittare di tali opportunità): anche questo c’era nel programma per Roma alle passate elezioni. Credo che dell’ambiente – e non solo – si debba ragionare in modo non propagandistico, valutando bene, di ogni cosa, l’impatto economico, finanziario e sociale.

Nino Galloni –  – scenarieconomici.it