Sapete dove va la metà dei soldi che regaliamo all’Africa subsahariana?

Sapete dove va parte dei soldi che mandiamo verso l’Africa subsahariana? In Francia, dove ne resta la metà. I soldi arrivano qui per essere convertiti in monete africane, ma la metà di quel denaro viene trattenuto a titolo di garanzia.

Volevamo sostenere una scuola in Senegal e finiamo per sostenere le finanze francesi. Succede per 14 paesi africani, tutte ex colonie francesi e tutte con un sistema monetario messo in piedi e controllato dalla Francia, il Franco Cfa: cambio fisso e valuta forte.

La valuta forte rendere difficili le esportazioni mentre la difesa del cambio fisso scoraggia gli istituti di credito dal prestare denaro, quindi le imprese non investono, producono poco e pagano meno gli operi. Si fa prima a importare tutto. Ma con quali soldi fanno la spesa? Quelli che mandano gli immigrati: se raggiungono vivi le nostre coste, poi inviano il denaro che serve alle famiglie per fare la spesa. Un’anticipazione del servizio Filippo Barone. #NightTabloid #Rai2

2 thoughts on “Sapete dove va la metà dei soldi che regaliamo all’Africa subsahariana?

  1. La Francia si è sempre comportata in questo modo per nn peggio e poi vogliono pure insegnarci a vivere che se siamo messi così male è anche colpa loro dai bombardamenti in Libia ecc. ecc. ecc.

  2. Io non regalo un bel niente agl’africani: ci sono 1,2Milioni di minori italiani poveri, regalare soldi alle ASSOCIAZIONI (che si fanno pagare per aiutare gli africani), è segno di ODIO contro gli italiani.
    Devo ricordare le vicende UNICEF?
    Affermare che in Africa Nera fanno la spesa SOLTANTO grazie alle rimesse degl’emigrati è pura propaganda degna della RAI-Pravda. Cacciare a calci in cul# questo Filippo Contaballe NO?!
    Infine: noi italiani siamo al cappio dell’Euro, forse la maggioranza lo ha capito e manderemo questa UE di ladri alcolizzati in discarica, magari anche gl’africani capiranno che i il franco CFA è roba da strozzini e che tutte le associazioni “benefiche” si arricchiscono sulle loro disgrazie.

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