“La pacchia è finita”, ha annunciato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. E ora gli impiegati nei centri per rifugiati iniziano a tremare. Come riporta Libero, sono circa 36mila i posti di lavoro nell’azienda dell’accoglienza italiana: assistenti sociali, traduttori, avvocati, personale sanitario tra poco rimarranno senza impiego.
Così iniziano le prime proteste di sindacalisti e titolari di cooperative. Ai loro lamenti si unisce la Chiesa. Secondo quanto riporta il quotidiano, pochi giorni fa Avvenire aveva tuonato: “Meno accoglienza, meno buon lavoro. Molti giovani professionisti qualificati potrebbero perdere la loro occupazione“.
Il “pacchetto sicurezza” del governo, oltre a ostacolare gli immigrati, prevede una stretta sulle spese sostenute dallo Stato con di diversi servizi di cui gli stranieri potevano usufruire. Il Viminale ha deciso di usare il pugno duro e non intende tornare indietro: via i corsi di formazione, le attività per il tempo libero, gli psicologi. Via soprattutto i “volontari”. “Non rischia di essere cancellata solo l’ accoglienza per i migranti, ma l’intera economia del paese, qui sono in gioco sessanta di posti di lavoro”, ha dichiarato, Giuseppe Gervasi, vicesindaco di Riace.
Coop rosse e vescovi:manteneteli voi ladroni!!!
Salvini ha fatto la cosa più logica da fare ora le coop rosse vanno a cercarsi un lavoro normale
che vadano a zappare la terra.