Dove la giustizia non arriva, almeno le nuove leggi potranno fare qualcosa. In questo caso un “decreto legge“, per la precisione. Ovvero quello voluto da Matteo Salvini, licenziato dal consiglio dei ministri e approvato ieri dal Senato. Il richiedente asilo spacciatore catturato a Treviso la scorsa settimana e subito liberato, grazie alle nuove norme sull’immigrazione verrà espulso dal Belpaese.
La notizia farà piacere agli agenti della polizia Municipale di Treviso che, dopo settimane di indagini e pedinamenti, avevano messo le manette a questo nigeriano 21enne trovandogli addosso e in camera qualcosa come mezzo chilo di droga. Mica due dosi. Per i vigili si trattava di un “grossista” dello spaccio visto che addosso gli è stata trovata anche un’agenda su cui erano segnati nomi (forse di altri spacciatori). Insomma: una persona del genere molti avrebbero voluto vederla dietro le sbarre, ma così non è stato.
Il giovane richiedente asillo (che aveva la sua base di spaccio nel centro di accoglienza dove gli pagavamo vitto e alloggio) è stato sì condannato a due anni di carcere per detenzione di stupefacenti ai fini dello spaccio, ma grazie ai benefici di legge è subito stato rimesso in libertà con tanti saluti agli sforzi della Municipale. Non solo. Perché il giudice ha pure ordinato agli agenti di riconsegnare al malvivente il telefono, la carta prepagata e i soldi requisiti durante la perquisizione perché – ha spiegato il sindaco trevigiano – “non era certo fosse provente della sua attività di spaccio”.
Se giustizia non è stata fatta, però, qualcosa potrà succedere grazie al dl Salvini. Lo spacciatore nigeriano infatti è stato portato nel Cpr di Brindisi e verrà espulso. Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, visto che il giovane è stato sorpreso in flagranza di reato il suo caso è finito subito sul tavolo della Commissione territoriale che ha respinto la domanda di protezione internazionale. “Siamo passati dalle parole ai fatti”, esulta il ministro dell’Interno Matteo Salvini.