Ci mancava il partito africano in Italia. Perché se non è zuppa è pan bagnato. Cecile Kyenge, già ministro ed ora europarlamentare in scadenza, ha deciso di fare la più grossa che potesse immaginare: ha convocato una manifestazione per sabato a Modena nel nome del Potere nero. Testuale: nasce #AfroitalianPowerInitiative che servirebbe a dare voce a chi non ne ha “contro i soprusi e la discriminazione”.
Afroitaliani non l’avevo mai sentita così come non credo si sentirà mai parlare di eurocongolesi, ma queste sono le meraviglie che ci tocca vivere. Ama l’Africa ed è giusto, ma dove abbia trovato questa condizione terribile in Italia non lo dice.
Chissà da quanto tempo la Kyenge non va a trovare i non pochi africani che stanno nelle carceri italiane rispetto a quelli che qui vivono onestamente. Dove sono i soprusi? In un video sulla rete, la Kyenge annuncia l’iniziativa – che è tanto simile ad un partito – con toni inquisitori contro l’Italia, come se qui fossimo nel Sudafrica dell’apartheid.
Ma lei non è Nelson Mandela, perché in Italia non può certo dire di essersi trovata malissimo. O no? Certo, si verificano anche gravi episodi contro persone dalla pelle nera da parte di sciagurati ignoranti; ma che questo sia razzismo imperante mentre i reati commessi da tanti, troppi africani in Italia possano essere definiti quasi roba da educande è qualcosa che non si può davvero pensare.
Eppure, dai toni della Kyenge sembra che ci si debba preparare ad una violenta campagna antinazionale e questo sarebbe davvero inaccettabile.
In coincidenza con questo annuncio che non lascia certo presagire alcunché di buono, ad Arezzo è accaduta una vicenda drammatica e proprio brutta. Una coppia di fidanzati nigeriani è stata violentata e bastonata per tantissime ore. Avevano perso il treno e avevano chiesto ospitalità a otto loro connazionali incontrati nei pressi della stazione.
Un incubo, non era razzismo. Lo sa la Kyenge quanti episodi di violenza fra persone dello stesso paese accadono in Italia, a partire dalle metropoli, e che magari a differenza di Arezzo non vengono neppure denunciati per il terrore di ritorsioni? A che serve rinfocolare le tensioni? A scatenare conflitti e poi accusare qualche italiano che non ha capito che la legge comunque si rispetta?
Pamela e Desirèe: questi due nomi le dicono qualcosa, onorevole Kyenge?
Sul quotidiano “Imola oggi” ho letto un articolo assolutamente interessante del direttore Armando Manocchia: “In Italia Cècile ha studiato, si è laureata in medicina, si è specializzata, ha sposato un italiano ed ha svolto la sua professione. Infine è entrata in politica, diventando prima ministro e successivamente europarlamentare. Francamente, non si capisce di quale afrofobia stia parlando, dal momento che lei stessa, la sua vita privata e la sua brillante carriera sono l’esatta negazione di quello che afferma“.
E invece va a concionare contro “soprusi e discriminazioni” proprio nel Paese che le ha dato solo opportunità.
A me, cose del genere indignano e non poco.
Non ho nulla contro chi ha il colore della pelle diverso dal mio; mi preoccupa solo l’assenza di materia grigia, altro che nera.
Scusate ma qualcuno di voi super analisti mi sa dire la differenza che passa tra un lite fra italiani o fra italiani e francesi o ingles?
E il casinò che succede e a cui vi accodate tutti
Una lite fra italiani e fratelli neri.
E vero dove arrivano finisce la pace