di Armando Manocchia
La Nigeria, la più grande economia dell’Africa, è quasi equamente divisa tra un nord musulmano, prevalentemente sunnita, con una piccola minoranza sciita, e un sud in gran parte cristiano.
Nei giorni scorsi, la polizia nigeriana ha sparato e lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti sciiti nella capitale Abuja, uccidendo almeno 12 persone. I soldati hanno aperto il fuoco contro il Movimento islamico della Nigeria (IMN), che chiede la liberazione del suo leader Ibrahim El-Zakzaky, in carcere da 34 mesi con l’accusa di omicidio per le proteste del 2015 e tenuto in prigione nonostante un ordine del tribunale gli abbia concesso la libertà su cauzione.
El-Zakzaky, che ha viaggiato in Iran negli anni ’90, è ritenuto colpevole di aver portato l’islam religioso sciita in Nigeria, raccogliendo un’impressionante quantità di seguaci, in un paese dominato dai musulmani sunniti.
I recenti disordini sono solo un altro capitolo di uno scontro prolungato che va avanti ormai da tre anni. Alle proteste hanno partecipato uomini e donne, in gruppi separati, come impone la legge islamica.
I manifestanti dell’IMN, una minoranza sciita, affermano che l’esercito ha ucciso almeno 18 persone, ma anche alcuni militari sono rimasti uccisi o feriti.
Amnesty International ha dichiarato che ci sono “prove evidenti” che polizia e soldati hanno usato armi automatiche contro i membri dell’IMN uccidendo circa 45 persone. “Abbiamo visto un uso scioccante e irragionevole della forza letale da parte di soldati e polizia”, ha detto il direttore della Nigeria di Amnesty, Osai Ojigho.
Gli scontri e l’uso militare della forza mortale contro i civili hanno sollevato il timore che l’IMN possa diventare una forza radicalizzata come il gruppo islamista Boko Haram.
“Le testimonianze di filmati e testimoni oculari mostrano costantemente che i militari nigeriani hanno disperso le riunioni pacifiche sparando munizioni vere senza preavviso”, ha aggiunto Ojigho.
“I feriti sono stati colpiti in diverse parti del corpo – testa, collo, schiena, petto, spalle, gambe, braccia – e alcuni di loro avevano ferite multiple da arma da fuoco”.
Chiedendo un’indagine indipendente e la condanna dei responsabili, Ojigho ha detto che “l’uso orribile di una forza eccessiva” non era finalizzato al controllo della folla, ma mirava ad uccidere.
Anche l’ambasciata degli Stati Uniti in Nigeria ha detto di essere “preoccupata” ed ha chiesto un’indagine.
Gli esperti hanno avvertito il governo che una risposta troppo aggressiva verso il gruppo rischia di scatenare conflitti in una regione già instabile dove la povertà è diffusa. Negli ultimi nove anni, oltre 27.000 persone sono state uccise e circa due milioni sfollate, mentre i combattimenti hanno innescato una crisi umanitaria nel remoto nordest della Nigeria.
I nigeriani devono chiedersi se, a causa dell’antagonismo politico (per quanto giustificato) contro il governo Buhari, valga la pena di far emergere un’altra setta islamista convinta di combattere per una giusta causa.
In un’intervista con l’agenzia di Alwaght, Sheikh Dr. Sanusi Abdulqadir, un dirigente del Movimento islamico della Nigeria (IMN) ha affermato che ingerenze esterne impediscono al presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, di rilasciare Sheikh Zakzaky e sua moglie. Egli ha dichiarato: “Abbiamo scoperto che ci sono punti di forza esterni, compresi Israele, il governo degli Stati Uniti e i sauditi wahhabiti, che impediscono al presidente nigeriano di rilasciare Sheikh Zakzaky.” Inoltre ha sottolineato che il presidente Buhari ha timore di innescare incidenti diplomatici internazionali.
Detenzione illegale di Sheikh Zakzaky
Il Dott. Abdulqadir ha anche definito la detenzione del leder sciita come illegale perché, a dicembre dello scorso anno, un tribunale nigeriano ha stabilito che Zakzaky avrebbe dovuto essere rilasciato senza condizioni. La Divisione di Abuja dell’Alta corte federale ha stabilito che anche la moglie di Zakzaky, Zeenat, dovrebbe essere liberata. Il giudice Gabriel Kolawole ha ribadito che la corte è giunta alla conclusione che il leader dell’IMN e sua moglie “sono stati privati del loro diritto alla libertà”.
Sullo stato di salute di Zakzaky, che ha circa 60 anni, il dott. Abdulqadir ha confermato che è stato colpito agli occhi ed ha bisogno di cure mediche urgenti aggiungendo che la moglie soffre invece di gravi malattie cardiache.
Siamo quindi di fronte ad un Governo che, pesantemente influenzato da potenze straniere ostili all’islam sciita, non riesce neanche ad applicare la legge, aggravando così le violenze e aumentando i conflitti interni.
Le tensioni tra il governo nigeriano e i membri del Movimento sciita, sono scoppiate nel dicembre 2015 a Zaria, città nello stato di Kaduna, quando l’esercito ha ucciso oltre 300 persone. Successivamente è stato anche demolito il principale santuario sciita della città. Durante gli scontri, nei quali sono rimasti uccisi tre figli di Zakzaky (Mahmud, Ahmad e Hamid), il leader del movimento e sua moglie sono stati arrestati dalle agenzie di sicurezza nigeriane e sono ancora trattenuti in isolamento, mentre la loro salute peggiora rapidamente.
I giudici che hanno indagato sulla strage del 2015 hanno incriminato Adeniyi Oyebade, un generale maggiore e altri ufficiali militari, per il loro ruolo nella morte di almeno 347 fedeli dell’IMN. In una fossa comune sono stati ritrovati oltre 300 cadaveri. Eppure, nonostante l’indignazione pubblica seguita al massacro, in realtà, poco è stato fatto per punire i colpevoli.
La persecuzione degli sciiti continua ad assordare il silenzio del regime nigeriano nello stato dell’Africa occidentale. In questo modo, gli scontri etnici diventano sempre piu’ violenti e si sta avvitando una spirale di sangue che peggiora di giorno in giorno. La minoranza sciita, accusata, fra l’altro, di tenere buoni rapporti con i cristiani, afferma di essere vittima di sistematiche persecuzioni religiose.
La polizia della Federal Capital Territory (FCT) ha detto che 120 dei 400 membri del Movimento Islamico della Nigeria (IMN) sono stati arrestati dopo la protesta violenta di Martedì.
Il commissario della polizia di zona, Bala Ciroma, ha riferito che “i sospetti sono stati arrestati perchè in possesso di bottiglie molotov, machete, coltelli e armi pericolose, che sono state sequestrate.
Inoltre i manifestati, senza aver subito provocazione di alcun genere, hanno bruciato un veicolo della polizia”. Quando è stato ordinato loro di disperdersi, si sarebbero rifiutati e hanno iniziato a lanciare sassi contro gli agenti. Un racconto che l’IMN nega “categoricamente”.
“Sì, i soldati stavano uccidendo la gente. Hanno detto che volevano rompere la loro barricata vicino al ponte sopraelevato di Karu”, ha detto un testimone.
“Non posso dire quante persone sono state uccise, ma ci sono ancora tanti corpi sulla strada principale e nelle altre strade”.
Il testimone ha sottolineato che 3 cadaveri, portati in un cimitero musulmano a Karu, sono stati respinti perché sospettati di essere sciiti. “Sono stati portati lì per seppellirli come musulmani, ma i responsabili hanno detto che non potevano essere sepolti in quel luogo, perché non erano musulmani, ma sciiti“.
Il 29 ottobre, un ennesimo scontro tra soldati e sciiti ha portato all’uccisione di altre persone a Zuba, un altro sobborgo di Abuja.
L’esercito ha negato di essere l’autore della violenza, che ha provocato la morte di circa una dozzina di manifestanti, dicendo che il suo personale, che trasportava equipaggiamento militare, era stato derubato dagli sciiti e che alcuni soldati erano stati colpiti con pietre e oggetti appuntiti.
In conclusione, la situazione sta sfuggendo di mano ad un governo debole, troppo condizionato da ingerenze straniere, che non riesce a riequilibrare le forze in campo, parteggiando addirittura per uno dei contendenti e applicando misure repressive violente, con risultati opposti a quelli auspicabili.
Prima che il Nord Est della Nigeria si infiammi ulteriormente, il governo italiano deve farsi portavoce, presso l’autorità internazionale, per porre definitivamente fine a questi scontri etnici, sia per proteggere i civili che vengono massacrati, ma anche con l’obiettivo di evitare altri esodi di massa verso l’Italia, già pressata dalla forte immigrazione nigeriana, che va ad aggiungersi, come manovalanza, alla già affermata mafia nigeriana, che si sta espandendo in quasi tutte le città italiane.
VIDEO: Shiite protesters engage Nigeria Army personnel in Zuba, Abuja. The army alleged that the protesters blocked a military convoy escorting arms and ammunitions to Kaduna, hailed stones at them and attempted to steal the arms until a reinforcement was called to disperse them. pic.twitter.com/VBo1J5JKo1
— Abubakar Sidiq Usman (@MrAbuSidiq) October 28, 2018
fino a quando si scannano tra di loro li lascierei fare, sono al volere di HALLAH, ed il compagno MAOMETTO, l’ impoirtante che restino a casa loropredicando la loro religione di PACE ETERNA