Ha lasciato il ministero dell’Interno da poco, non prima di lanciare un allarme sull’imminente scontro che potrebbe verificarsi nelle periferie della Francia tra cittadini francesi ed immigrati.
Ora l’ex ministro dell’Interno francese e già sindaco di Lione per 16 anni, Gerard Collomb, torna a parlare in una recente intervista rilasciata al quotidiano Valeurs Actuelles, al quale esterna ancora di più tutte le sue inquietudini per una situazione che potrebbe presto essere completamente fuori controllo. Quando gli si chiede se la Francia rischia un conflitto razziale e civile tra nativi ed immigrati, Collomb risponde affermativamente senza tentennamenti.
“Sono davvero preoccupato. Quello che leggevo ogni mattina nei rapporti di polizia riflette una situazione piuttosto pessimistica. Le relazioni tra le persone sono molto difficili, le persone non vogliono vivere insieme”, così si esprime l’ex ministro sullo stato attuale della sicurezza del Paese.
In molte zone della Francia, non esiste più una popolazione omogenea dal punto di vista etnico e culturale, ma differenti strati di popolazioni con culture e sensibilità incompatibili.
Non è un caso che il paese transalpino sia quello in Europa che ospita il maggior numero di persone praticanti della religione islamica.
Collomb, non di certo un politico noto per la sua attitudine populista, in quanto già storico membro del partito socialista, imputa all’immigrazione la responsabilità di questo rischio senza precedenti per la sicurezza dello Stato in Francia.
L’immigrazione, per l’ex ministro, ha un ruolo “enorme” nell’aver provocato tale situazione ed è stato il motivo che ha spinto l’ex titolare del dicastero della sicurezza pubblica a cercare di cambiare l’attuale legislazione per arginare il fenomeno.
Lo stesso Collomb ammette che non si tratta più solamente di arrestare l’immigrazione illegale, ma anche quella consentita dalla legge, se non si vuole aumentare il rischio di uno scontro tra immigrati e francesi nativi.
Quando gli è stato chiesto se la Francia non avesse più bisogno di nuovi immigrati, Collomb ha risposto “assolutamente sì”, non lasciando spazi a dubbi di alcun tipo al riguardo.
“Le comunità in Francia si stanno combattendo sempre di più le une contro le altre e la violenza sta aumentando a dismisura”, così si è espresso Collomb su una situazione che appare esplosiva.
Le comunità islamiche potrebbero separarsi dalla Francia
In uno scenario simile, l’ex ministro non esclude una sorta di secessione nello Stato francese, con intere comunità che si separano dalla Francia per adottare le loro leggi, spesso ispirate al diritto islamico.
E’ quanto si sta già verificando a Trappes, una cittadina a 30 km da Parigi, dove il 70% della popolazione residente è di origini islamiche, e vige la stretta osservanza della sharia, la legge coranica, per regolare la vita sociale del posto.
Uno Stato dentro lo Stato. Il “modello” Trappes non rischia di essere solo un isolato caso di acculturazione sul territorio francese, ma una sorta di riferimento per l’intera comunità islamica presente in Francia.
Se si espande la presenza degli islamici nel Paese, un conflitto sarà inevitabile.
L’allarme di Collomb non giunge però inaspettato. Era stato lo stesso capo dei servizi segreti francesi nel 2016, Patrick Calvar, capo del DGSI, il direttorato generale per la sicurezza interna, a dire che le tensioni stavano raggiungendo la soglia massima di tolleranza, tanto da paventare uno scontro tra la destra radicale e il mondo musulmano.
“Siamo sull’orlo di una guerra civile. Credo che questo scontro accadrà quanto prima” così si espresse Calvar.
Dello stesso parere l’ex sindaco di Lione, secondo il quale se non si arresta il fenomeno entro 5 o 6 anni, per la Francia potrebbe essere troppo tardi.
Lo scenario descritto da Calvar e Collomb assomiglia in maniera impressionante al romanzo pubblicato da Laurent Obertone, “Guerriglia”, dove si descrive un Paese piombato in un vortice di caos e violenza permanente con bande di immigrati che si ribellano apertamente alle leggi dello Stato e prendono il controllo del territorio, adottando le proprie leggi.
A questo punto, non è più una questione di se il fenomeno esploderà definitivamente, trascinando la Francia nel caos, ma di come questo fenomeno si manifesterà.
Si tratta solo di capire quale sarà la scintilla che innescherà l’incendio in tutta la prateria. Per Calvar, potrebbero essere stupri di massa come già verificatisi in Germania, nella famigerata notte di Capodanno di Colonia.
Nel romanzo di Obertone invece la rivolta degli immigrati divampa dopo che la polizia in un incidente uccide sei giovani in un quartiere multietnico.
Solo che qui non si tratta di mera finzione. Si sono già verificati episodi simili, come a Nantes, dove bande di immigrati si sono rivoltate contro le forze dell’ordine dopo che un pregiudicato immigrato era statO ucciso in un incidente.
La domanda a questo punto è un’altra. Cosa accadrà quando gang di immigrati decideranno di lanciare in maniera coordinata l’attacco allo Stato francese su tutto il territorio? Quando quel giorno arriverà, la Francia per come la conoscevamo potrebbe già non esistere più.
“Dilagano sharia e odio contro l’occidente”, ministro francese Collomb si dimette
È il risultato di anni di “buonismo” e di permissivismo; ma quando è cominciata questa immigrazione selvaggia e perché? Comunque, ora rischia di essere troppo tardi: se non verranno prese misure drastiche
, anzi brutali contro gli islamici ribelli, i francesi ne subiranno tutte le conseguenze, giuste e meritate.
E’ inevitabile che i pu’ poveri si rivoltino contro i ricchi