Bloccarono un pedofilo: poliziotto e funzionario condannati per sequestro di persona

Condannati per aver difeso una bambina di 12 anni da Marco Giuseppe P., l’uomo accusato di averla violentata. È quello che è successo a un poliziotto di Caserta, G.D.G. e a suo fratello, un funzionario del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, P.D.G. che ieri pomeriggio hanno intascato una condanna a un anno e sei mesi di carcere, pena sospesa, per sequestro di persona.

La vicenda è riportata da Il Mattino. I due dovranno anche risarcire il presunto pedofilo con una provvisionale di tremila euro, senza contare poi le spese processuali sostenute dalla parte civile, pari a 1.800 euro.
L’uomo che secondo il giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere avrebbe subito il sequestro, è un ventenne di Carinola, ora in carcere per violenza sessuale nei confronti di una dodicenne, figlia della compagna di uno dei due imputati condannati ieri.

I fatti contestati risalgono al 2015, quando il poliziotto e il funzionario sorpresero il presunto violentatore davanti a un bar di Santa Maria Capua Vetere (il locale si trovava di fronte all’abitazione del prof dove la ragazzina si recava ogni pomeriggio per le ripetizioni di matematica).
Lui stava sorseggiando una bevanda, ma per i due, già a conoscenza di alcune molestie, sembrava fosse evidente l’attesa in vista dell’uscita della bambina dal palazzo; e, in effetti, dopo qualche settimana Marco Giuseppe P. sarebbe stato arrestato per violenza sessuale proprio dai carabinieri. Avrebbe confessato di essersi innamorato follemente della piccola.
I familiari, così, quel pomeriggio tentarono di bloccare il ventenne in attesa dell’arrivo sul posto dei carabinieri, chiamati in soccorso.

Solo che lui, Marco Giuseppe P. – in seguito a quell’incontro con i due familiari della vittima – si recò in ospedale al Pinetagrande di Castelvolturno e dai carabinieri, dichiarando di essere stato aggredito e sequestrato da due persone. In realtà, poco dopo avrebbe confessato di aver avuto rapporti sessuali con la dodicenne ai carabinieri, spaventato da una possibile gravidanza della piccola. Dunque, da un lato, venne indagato e arrestato per violenza sessuale, dall’altro però innescò un procedimento giudiziario nei confronti delle persone che lo bloccarono quel pomeriggio a Santa Maria Capua Vetere. Procedimento che ha poi portato alla condanna di ieri. Così, dopo il deposito della motivazione, gli avvocati difensori dei due imputati – Vittorio Giaquinto e Paolo Di Furia – sono intenzionati a dare battaglia in Appello.

Corte UE: bisogna distinguere tra matrimonio con una bambina e pedofilia