«Voglio parlare con la mamma di Desirée, perché so molto bene quello che sta provando in questo momento, perché so che posso aiutarla». Intervistata da il Messaggero, Alessandra Verni, la mamma di Pamela, la ragazza romana fuggita da una comunità di recupero di Macerata, stuprata e fatta a pezzi da carnefici nigeriani, “si confessa” senza filtri: «Senta, qui si parla ancora di razzismo. Io e Pamela non eravamo razziste, ma quando mai. I razzisti sono loro, gli extracomunitari, che non si integrano. Noi li accogliamo, sono loro che non ci accolgono. In una intercettazione come dicevano? Abbiamo una bianca da stuprare. Una bianca capito?».
La mamma di Pamela è un fiune in piena e attacca la retorica antirazzista sollevata a orologeria: «Sì fanno tante manifestazioni antirazziste, ma piuttosto difendessero i nostri figli», dice prima di confessare di riuscire a resistere al dolore straziante grazie alla fede. «Io Pamela la sento, mi manda segnali. Ora penso anche a Desirée, ridotta in quel modo. E alla sua mamma. Lo so solo io come sta».
La mamma di Pamela: razzisti sono gli immigrati
San Lorenzo? Alessandra Verni, romana doc, sa di cosa parla: «È un posto, in un contesto di degrado sociale che andava evitato, si poteva evitare. Anche stavolta non mancano gli imbecilli che dicono che se l’è andata a cercare, quasi che la colpa è della vittima e non del carnefice. Basta chiudere gli occhi di fronte a dati che sono oggettivi: sono tutti immigrati i protagonisti dei più orribili fatti di cronaca degli ultimi tempi».
Sottoscrivo tutto. È ora di riprenderci la nostra dignità.
Purtroppo ha ragione. In un paese civile non posso esistere luoghi come gli immobili occupati.
Diventano ricettacoli di delinquenza.
Come il famigerato hotel House di Porto Recanati…….