Una riflessione sull’immigrazione scritta da Beppe Sala, sindaco di Milano
Nel tentativo di trovare una “via di sinistra” sul tema dell’immigrazione sto dicendo le seguenti cose.
1) L’Italia ha circa il 9% di immigrati e Milano il 19%, eppure qui le cose non vanno così male.
2) Però ora dobbiamo fronteggiare un’immigrazione nuova e cioè quella africana. Se chiedessi ai milanesi: “Ma vi siete lamentati quando sono arrivati i filippini o i singalesi?” la risposta sarebbe “No”. Ma è innegabile che oggi la tensione stia salendo.
3) Chi sta arrivando negli ultimi anni (e probabilmente sarà così anche in futuro) ha spesso un livello di istruzione bassissimo e tanti non hanno alcuna professionalità lavorativa.
Il mio amico Majorino mi dice: “Occhio, io lo so come la pensi, ma così rischi di gerarchizzare il tema dell’immigrazione per provenienza”. Capisco, ma in realtà io sto solo cercando di gerarchizzare per livelli di complessità.
Una persona che stimo e con cui discuto come Roberto Saviano sostiene che si debba accogliere tutti i rifugiati politici e che su quelli “economici” bisogna avviare un’azione politica con i Paesi di provenienza e cercare di governare i flussi, per andare incontro alla domanda di lavoro che, oggettivamente, c’è in Italia. Si tratta di una posizione teorica? Forse un po’, ma ci leggo anche tanto buon senso e tanta voglia di trovare una via.
Perché la morale è questa. Sembra che tanti italiani si accontentino di slogan. Ma tanti altri no. Rimane il fatto che il fenomeno va governato e subito. Senza generalizzazioni, ma senza nemmeno farla facile. Ci sarà bisogno di percorsi di integrazione molto più strutturati e solidi rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Per questo, come ripeto da tanto tempo, è necessario un piano nazionale. Che, diciamocelo, in questi anni è mancato.
Io ci voglio lavorare. Per mia natura alle parole preferisco i fatti. Nel frattempo non cambierò di un millimetro la mia linea politica e accoglierò chi busserà alle porte di Milano. Ma Milano è a valle e il problema nasce più a monte