Da mesi, i governi Ue faticano a trovare un’intesa sulla gestione dei migranti. E dopo il nuovo fallimento dei negoziati sulla riforma del regolamento di Dublino nel corso dell’ultimo vertice di Bruxelles, viene meno anche uno dei pochi punti di condivisione tra gli Stati membri europei: i Paesi nordafricani non accetteranno la creazione di piattaforme di sbarco controllate dall’Ue nei loro territori.
Lo ha confermato il ministro degli Esteri del governo di concordia nazionale libico, Mohamed Siyala. Parlando anche a nome di Tunisia, Algeria e Marocco, Siyala ha confermato in una intervista a un media austriaco, che “tutti i Paesi del Nord Africa respingono” la proposta di creare dei centri per migranti controllati dall’Ue. Secondo il ministro, circa 30mila migranti illegali sono attualmente detenuti in Libia e “circa 750mila” si troverebbero liberi nel resto del Paese. “Stiamo facendo del nostro meglio, ma abbiamo problemi finanziari”, ha detto Siyala, riferendosi alla situazione nei centri per i migranti, sottolineando che le autorità libiche stanno lavorando con l’Ue per far tornare questi migranti nei loro Paesi d’origine. “Purtroppo – ha dichiarato – alcuni Paesi si rifiutano di riprenderli”.
Al fine di arginare il flusso di arrivi in Libia, Siyala ha spiegato che Tripoli ha concluso degli accordi con il Ciad, il Niger e il Sudan che hanno l’obiettivo di rafforzare la sua frontiera meridionale. Alla domanda su cosa l’Europa potrebbe fare per aiutare a proteggere questa frontiera, Siyala ha suggerito l’invio di “fuoristrada, droni, elicotteri e forse alcune armi leggere“.