Caso Diciotti, accuse a Salvini verso l’archiviazione: non emersi reati

Nei primi giorni di intervento della nave Diciotti al largo di Lampedusa, per il salvataggio dei 190 migranti che si trovavano a bordo di un barcone proveniente dalla Libia, non sono emersi reati. Fu anzi difeso meritoriamente dalla Guardia costiera l’interesse nazionale, scrive l’Agi. E’ il risultato dell’ analisi che il Tribunale dei ministri di Palermo ha consegnato nei giorni scorsi alla Procura dello stesso capoluogo siciliano, perche’ trasmettesse – cosa gia’ avvenuta – gli atti alla corrispondente Procura di Catania.

Nel documento relativo all’indagine per sequestro di persona nei confronti del ministro dell’Interno, il collegio palermitano, presieduto da Fabio Pilato, a latere Filippo Serio e Giuseppe Sidoti, divide in due il periodo in cui la Diciotti ebbe a bordo i migranti, che non poterono sbarcare per una decina di giorni.

Dal 15 al 20 agosto scorsi vi fu infatti solo una attivita’ di pressione diplomatica nei confronti di Malta, perche’ adempisse i doveri previsti dalle convenzioni internazionali che regolano il salvataggio e l’accoglienza dei flussi migratori. La nave fece uno scalo nei pressi di Lampedusa, dove, a bordo di alcune motovedette, furono sbarcati 13 migranti ammalati. Gli altri 177, sempre in quella prima fase, non furono oggetto di alcun reato, men che meno il sequestro di persona, perche’ nei primi giorni si stava cercando una soluzione diplomatica per l’accoglienza, che poi non fu trovata.

Per il periodo successivo, dal 20 al 25 agosto, i magistrati palermitani rimettono qualsiasi riferimento a possibili reati, che non individuano, passando la possibilita’ di valutazione ai colleghi catanesi. In ogni caso sottolineano che la Guardia Costiera, cercando una soluzione per lo sbarco a Malta, fece l’interesse del Paese al rispetto delle convenzioni da parte dei partner europei.  (www.affaritaliani.it)

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