Mensa Lodi: la legge ‘razzista’ applicata dal sindaco fu scritta dalla sinistra (Prodi)

Avete presente le proteste della sinistra per la decisione del sindaco di Lodi di chiedere documenti aggiuntivi alle famiglie straniere per ottenere i bonus mensa all’asilo? In molti hanno parlato di “aparthaid”, di “razzismo” e via dicendo. Peccato che, come fa notare Libero, si tratti solo di un “adeguamento” voluto dal primo cittadino alla normativa vigente. E la legge non l’hanno scritta Salvini o altri populisti di ogni ordine e grado. Ma i premier simbolo della sinistra.

Partiamo dal principio. Come noto a Lodi il sindaco ha chiesto alle famiglie straniere di presentare un documento, rilasciato dallo Stato di origine, che attesti eventuali altri beni (mobili e immobili) e redditi esteri quando si va a calcolare il reddito per poter accedere allo sconto alla mensa scolastica. In sostanza, non basta presentare l’Isee, ma occorre assicurare che non si abbia una casa o altri guadagni nei Paesi di appartenenza. Sono subito montate le polemiche, ovviamente, e una associazione ha anche dato il via ad una raccolta fondi per pagare il pranzo ai bimbi di chi verrà escluso dallo sconto.

Il fatto è che, come scrive Libero, la norma vigente emerge da due decreti del presidente della Repubblica (394 del 1999 e il numero 445 del 2000) e un decreto legislativo del 1998 (“Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’ immigrazione e norme sulla condizione dello straniero“) che sono stati firmati  da Carlo Azeglio Ciampi ed emanati da Romano Prodi. Nelle norme si legge che i “cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea autorizzati a soggiornare nel territorio dello Stato” devono produrre, per “stati, qualità personali e fatti” non certificabili da parte di soggetti pubblici italiani, “certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero“. Insomma: la legge a cui si è adeguata il sindaco Casanova è stata redatta da governi sinistri. E non populisti.

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