È uscita dai confini locali la drammatica vicenda di una donna italiana di Sacile, in provincia di Pordenone, che ha perso casa e lavoro e che da alcune settimane dorme in auto. La storia di C.C., 36 anni, è stata raccontata da Il Gazzettino con dovizia di particolari. La giovane donna ha ricevuto diverse offerte economiche, ma rifiuta di essere trattata come una barbona e non vuole ricevere l’elemosina da nessuno.
Dopo il licenziamento dalla azienda dove lavorava, avvenuto a giugno, la situazione è precipitata, niente soldi per l’affitto, messa per strada. Tanto da arrivare a dormire in auto.
In hotel tre settimane, poi il Comune l’ha messa in strada
Il Comune di Sacile ha fatto sapere la sua versione dei fatti. «Il personale del servizio sociale comunale si è attivato subito non appena coinvolto per cercare soluzioni adeguate al caso della 36enne – ha detto a Il Messaggero la dirigente dei servizi sociali Rossella Di Marzo, che sta seguendo il caso della donna assieme alle sue collaboratrici – Gli interventi per affrontare la difficile situazione che si è venuta a creare dopo la perdita del lavoro sono stati immediati (come peraltro affermato dalla stessa 36enne, ndr): prima con la sistemazione della donna all’hotel Luna di Fontanafredda e successivamente all’hotel Regina di Sacile. Dopo queste tre settimane in cui è stata affrontata l’emergenza, il problema ha assunto un aspetto più complesso che coinvolge anche il servizio sociale che l’ha assistita e continua a seguirla». Morale della favola? La donna vive come una senza tetto.
Ci sono 300mila euro per i migranti, non per un’italiana
Una situazione paradossale, visto che nello stesso Comune di Sacile il progetto 2017-2019 sul Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ha stanziato un budget di 300mila euro per l’accoglienza di 28 profughi. Quindi, se C.C. fosse arrivata con un barcone, oggi ci sarebbero le risorse per darle vitto, alloggio e per trovarle perfino un nuovo lavoro. La sua sfortuna è quella di essere italiana.