Giornalista saudita dissidente fatto a pezzi «mentre era ancora in vita»

Gli investigatori turchi hanno fatto trapelare nuovi dettagli dell’uccisione di Jamal Khashoggi alla stampa locale. Il giornalista e dissidente saudita sarebbe stato torturato e fatto a pezzi all’interno del consolato a Istanbul «mentre era ancora in vita». Il quotidiano filo-governativo turco Yeni Safak cita una registrazione audio di quei momenti da cui risulterebbe anche la presenza del console Mohammed al-Otaibi, ripartito ieri per Riad.

Come riporta la Stampa, a Khashoggi sarebbero state prima tagliate le dita, poi sarebbe stato decapitato, fatto a pezzi e forse sciolto nell’acido. Secondo altri media «Khashoggi è stato depezzato dall’esperto di autopsie Salah Al Tabiqi, in 7 minuti, mentre ascoltava musica, ci sono registrazioni».

Giornali americani sostengono invece che almeno quattro dei cinque uomini del commando finora identificati fanno parte dell’entourage del principe ereditario Mohammed bin Salman, uno in particolare lo avrebbe accompagnato anche negli Stati Uniti.

Mohammed bin Salman con Gentiloni

La tesi «difensiva» che il giornalista sarebbe morto «durante un interrogatorio» e che i «massimi vertici sauditi non fossero a corrente dell’operazione», regge sempre meno.