di Antonio Amorosi
Le croci cristiane non stanno più bene in Grecia. E non è la prima volta. Il simbolo della religione cristiana che ricorda la crocifissione di Gesù Cristo e la salvezza portata tra gli uomini è diventato un simbolo razzista?
Nel settembre scorso chi scrive raccontò sul quotidiano nazionale La Verità che il colosso della Grande distribuzione Lidl aveva manipolato sui suoi prodotti le foto raffiguranti la chiesa ortodossa di Anastasis a Santorini, in Grecia, cancellando le croci cristiane sulle cupole. Le foto rappresentavano il luogo di provenienza della moussaka, il tipico piatto greco balcanico, venduta surgelata dalla marca Eridanous nei supermercati Lidl in tutta Europa. Sulla confezione del prodotto la realtà rimaneva intatta, le case bianche, le scogliere, il mare azzurrissimo, la luce spettacolare, solo le croci sparivano con un colpo di photoshop. “Perché state cancellando la realtà da una foto?”, chiesero vari lettori in ogni angolo d’Europa. Dopo le proteste di numerosi cittadini Lidl fece retromarcia confermando la decisioni a chi scrive. Lidl: “Non è mai stata nostra volontà esprimere un’opinione ideologica o politica attraverso i nostri prodotti”.
Secondo il think thank americano Pew Research Center, nei prossimi 20 anni la percentuale di consumatori musulmani crescerà in Europa di almeno un terzo. Sono 2 milioni solo in Italia e 35 milioni nel continente e visti anche i tassi migratori in essere, sono considerati i consumatori in più rapida ascesa con tanti prodotti food a loro dedicati dal mercato. Il consumatore musulmano però è particolarmente intollerante in materia di iconografia religiosa, raffigurata sui prodotti commerciali.
Oggi la storia di una croce si ripete a Lesbo, sempre in Grecia. All’inizio di settembre un’enorme croce bianca di cemento viene eretta su uno scoglio dell’isola, ancorata alla roccia con dei ferri. Poco giorni dopo secondo il giornale greco Lesvos news, la Ong “Coesistenza e comunicazione nell’Egeo”, che accoglie i migranti in zona, invia una lettera al sindaco del Comune per chiedere la rimozione della croce, che infastidirebbe i migranti musulmani. Molti richiedenti asilo approdano a Lesbo. Per molte Ong oltre ad essere potenziali consumatori i musulmani, adattandosi all’Europa, non devono considerarla così diversa dalla madre patria.
Si legge nella lettera di “Coesistenza e comunicazione nell’Egeo”, scrive anche la rivista Tempi: “Il crocifisso è stato eretto per impedire ai migranti e rifugiati di venire qui a nuotare. Questo atto è illegale e offensivo soprattutto verso il simbolo della cristianità, che è un simbolo di amore e sacrificio, non razzismo e intolleranza”. Quasi fosse un simbolo di conversione al cristianesimo la croce sarebbe razzista e intollerante. Così’ “Coesistenza e comunicazione nell’Egeo” ne chiede la rimozione. Ma non accade nulla fino a che nella notte tra domenica e lunedì la croce viene abbattuta, da anonimi, rimanendo divelta anche se attaccata con i ferri alla base dello scoglio. Nessuno però reagisce, ancora una volta. La notizia finisce anche sul quotidiano nazionale greco Ta Nea e molti greci scrivono ai giornali dicendosi disponibili a finanziarne la ricostruzione.
L’integrazione delle popolazioni di religione islamica resta un tema complesso e controverso. Furono queste le parole del politologo Giovanni Sartori, uno dei maggiori esperti di scienza politica a livello internazionale, in una delle sue ultime interviste: “Le società libere, come quelle dell’Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L’Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile… dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l’integrazione di islamici all’interno di società non-islamiche sia riuscita. Pensi all’India o all’Indonesia…se invece l’immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che mai…”
Parole molto nette che invitano alla riflessione tanto più perché pronunciate da un esperto, famoso per tolleranza e liberalità. Sulla capacità di accoglienza degli europei e sulle scelte di chi adotta questa strada in modo acritico aggiunse: “L’Europa non esiste. Non si è mai visto un edificio politico più stupido di questa Europa. È un mostro. Non è neppure in grado di fermare l’immigrazione di persone che lavorano al 10 per cento del costo della manodopera europea, devastando l’economia continentale. Non è questa la mia Europa”.
La foto della croce in copertina è quella riportata dal giornale greco Lesvos news