Il ministro per l’Immigrazione e l’Integrazione, Inger Stojberg ha annunciato che, almeno fino al termine del 2018, non accetterà alcun altra persona richiedente asilo, in riferimento all’accordo siglato fra Copenhagen e l’Unhcr nel 1989.
“Anche se abbiamo fatto molti progressi nel controllo dei flussi in entrata, dobbiamo comunque affrontare una situazione in cui facciamo fatica a integrare i molti rifugiati arrivati in Danimarca in questi anni”, ha ammesso il ministro Ua confessione che scardina l’immagine di integrazione e di welfare data in questi anni dalla Danimarca e che invece, come rivelato anche da questo reportage, era ben lontana dalla realtà.
L’accordo che intercorre fra Copenaghen e Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, prevede che il governo danese accolga ogni anno 500 rifugiati. Il problema è che, solo nel 2015, durante il picco degli arrivi dalla Siria in Europa, in Danimarca ne sono arrivati 20mila di rifugiati. E da quel momento, la Danimarca ha iniziato una graduale stretta sull’immigrazione.
Il Parlamento di Copenaghen, lo scorso dicembre, ha approvato anche una norma che fa sì che l’esecutivo possa rendere flessibile la quota di migranti, senza dover per forza rimanere ancorata al tetto dei 500 arrivi annuali. Tanto è vero che lo scorso anno le richieste di asilo sono state 3.500, mentre il primo ottobre si sono registrate 2.600 domande: i numeri quindi continuano a scendere.
Reanto Zuccheri – – www.ilgiornale.it