L’Ue vuole bypassare Salvini: fondi direttamente agli enti locali che accolgono migranti.
Doverosa premessa: l’Italia è contributore netto per cui i cosiddetti “fondi UE” in realtà non esistono. Sono soldi che la UE estorce agli italiani e che poi restituisce imponendo di gettarli secondo i suoi capricci. Pertanto, questi fondi che andranno direttamente agli enti locali, vanno ad aggiungersi ai miliardi che gli italiani già spendono per i “migranti”. (ndr).
All’indomani dell’approvazione all’unanimità del Decreto sicurezza presentato da Matteo Salvini in Consiglio dei ministri, il gruppo del Partito democratico in Parlamento europeo esulta per il passaggio in commissione Bilancio di una loro proposta che punta a mitigare gli effetti del decreto. I deputati europei vogliono permettere a Comuni e Regioni che accolgono migranti di ricevere fondi europei senza dover fare domanda ai ministeri. Si tratta dei fondi gestiti dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) che finanzia interventi di “accoglienza mirata” che vanno oltre la semplice distribuzione di vitto e alloggio.
Regioni e Comuni diventano autonomi
“Fino ad oggi i fondi per lo Sprar venivano richiesti dagli Stati”, ha spiegato l’eurodeputato Pd Daniele Viotti, che ha presentato l’emendamento, “ma visto che Salvini vuole abolire la protezione, cosa che considero anticostituzionale, daremo possibilità alle regioni e ai comuni di chiedere direttamente le risorse per progetti specifici”. Nel solo mese di luglio lo Sprar ha finanziato 877 progetti in Italia coinvolgendo oltre 1.200 amministrazioni comunali nell’accoglienza di 35.881 migranti tra cui vi sono 734 persone con disagio mentale o disabilità e 3.500 minori non accompagnati. L’emendamento presentato da Viotti, che è anche relatore dell’intero bilancio europeo per il 2019, è stato votato a larga maggioranza.
Gli altri provvedimenti
Tra gli altri provvedimenti presi in materia di immigrazione, la commissione dell’Eurocamera ha aumentato di 147,5 milioni i fondi per la cooperazione e lo sviluppo, di 146 milioni le spese per paesi “vicini” dell’Ue, di 53 milioni il supporto per i Balcani occidentali e di 33 milioni i fondi per la migrazione e l’integrazione. La votazione finale in Parlamento europeo della bozza di bilancio è prevista per 24 ottobre. Nelle tre settimane successive, si dovrà trovare un accordo col Consiglio, che rappresenta la volontà dei singoli Paesi membri. L’approvazione definitiva del bilancio 2019 arriverà solo a fine novembre.