ORA TOCCA AI SOVRANISTI FARE LA RIVOLUZIONE EUROPEA
Non indugiare più.
Sinistra fuori gioco, la partita si giocherà da questa parte del campo.
E sarà Europa contro €uropa
di Francesco Storace
Come sempre, Atreju fa notizia. E ieri Salvini è andato nel tendone ad archiviare un’epoca: con Berlusconi, con Forza Italia, solo alleanze locali. Stop. E stamane tocca a Giorgia Meloni, il cui invito alla festa ho apprezzato molto.
Il Meeting ha rappresentato un’occasione di confronto che è servita a capire quali alleanze si possano e debbano creare. I governatori, ad esempio Toti e Musumeci, si tengono stretto il centrodestra, pur volendolo rinnovare e magari senza dirlo a Berlusconi. Che poi è il convitato di pietra. Oggi lui parlerà a Fiuggi, la Meloni ad Atreju. Centrodestra o sovranismo? È prevedibile che Berlusconi partirà lancia in resta contro il governo, pur tentando di coprire Salvini. Non gli restituirà pan per focaccia perché non ha ancora il partito pronto, ma che la tensione tra Lega e Forza Italia sia destinata ad aumentare non sembra si possa mettere in dubbio.
Ci si può anche vedere per un comunicato a palazzo Grazioli, ma se un’alleanza è fatta da chi sta al governo e da chi sta all’opposizione, non ha molta strada innanzi a se’. E inevitabilmente il pesce più grande inghiottirà quello più piccolo.
Fino a sera, nelle interviste TV, Giorgia Meloni ha tentato di tenere la barra dritta nella direzione della coalizione, ma è da credere che oggi non si lascerà sfuggire l’occasione per una scelta netta: il sovranismo, che già è nelle sue corde, come scelta irreversibile.
Del resto, già ieri ci sono state una presenza e un’assenza significative. C’era – e applaudito – Steve Bannon, l’uomo investito da Donald Trump per favorire l’alleanza dei sovranisti in Europa; non c’era – e probabilmente è stato compreso – Antonio Tajani, assente per un malanno che ci ha giurato essere reale.
Sarà il virus che contagia le massime autorità europee – tipo la sciatica di Juncker – ma è evidente che a Bruxelles si sentono nel mirino della politica populista. Ed è visibile a tutti che questa Europa se non si ribalta crepa. Direttive odiose, politica migratoria inesistente, moneta devastante per i più deboli: tutto questo non può essere superato da qualunque discorso alla volemose bene.
Tanto più che dalle forze che finora hanno formato il centrodestra si fatica a trovare un qualunque minimo comune denominatore rispetto alle politiche per l’Europa. E l’anno prossimo sarà li’ che dovra’ manifestarsi l’orientamento politico degli italiani: Europa contro Europa, come nel motto che ha accompagnato questa edizione di Atreju. Per vincere ci vorranno messaggi affascinanti, senza compromessi.
Ppe e sovranisti se le daranno di santa ragione, e chi vincerà darà le carte. Da cui dipenderà anche il futuro di noi italiani.
Intanto già sappiamo che la sinistra europea sarà fuori gioco e appaiono patetici gli appelli di Martina ad un’alleanza da Tsipras a Macron. La loro partita è finita, nei sondaggi in patria stanno sottoterra; e per questo è ancora più decisivo scegliere dove schierarsi dalla parte opposta del campo.