Oxfam: colossi farmaceutici mettono a repentaglio la salute dei cittadini

I quattro colossi farmaceutici “più importanti al mondo mettono a repentaglio la salute dei cittadini, privando i governi di risorse erariali che potrebbero essere investite nei sistemi sanitari pubblici, e compromettendo la possibilità di accesso ai farmaci essenziali per milioni di persone“.

La denuncia arriva dal nuovo rapporto di Oxfam (Oxford committee for Famine Relief), Prescription for poverty.

Sotto accusa Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott Laboratories.

Oxfam, movimento globale per l’eliminazione della povertà, ha condotto un’analisi dei bilanci consolidati depositati dalle società capogruppo negli Usa ed esaminato i bilanci pubblici di 359 sussidiarie dei 4 gruppi in 19 Paesi nel periodo 2013-2015, riscontrando un potenziale trasferimento di profitti da Paesi a fiscalità medio-alta verso giurisdizioni dal fisco agevolato.

Tanto nelle economie avanzate prese in esame (Australia, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Spagna), quanto nei mercati emergenti e Paesi in via sviluppo (Cile, Colombia, Ecuador, India, Pakistan, Perù e Tailandia), i margini medi degli utili delle quattro industrie farmaceutiche sono risultati, al lordo delle imposte, estremamente bassi: rispettivamente del 7% e del 5% nel triennio 2013-2015. In altre parole, un utile lordo di appena 7 e 5 centesimi per ogni dollaro fatturato. Eppure su scala globale, evidenzia il rapporto, hanno dichiarato alla Sec (la Consob statunitense) profitti annui che raggiungevano in alcuni casi il 30% dei ricavi. I profitti mancanti non sono evaporati, ma ne è stata trovata traccia in quattro paradisi fiscali societari: Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Singapore. L’organizzazione non governativa ha riscontrato in questi Paesi, margini medi di profitto prima delle imposte pari al 31%. E stima che il potenziale trasferimento degli utili verso giurisdizioni a fiscalità agevolata possa aver comportato perdite fiscali per le economie avanzate pari a 3,7 miliardi di dollari all’anno nel triennio 2013-2015.

In Italia la sotto-contribuzione fiscale potrebbe aver causato un ammanco annuo da 270 milioni di dollari.

Nei sette Paesi in via di sviluppo esaminati, la stima delle perdite erariali si è attestata a 112 milioni di dollari all’anno: somma sufficiente a vaccinare 10 milioni di ragazze contro il virus che causa il tumore alla cervice uterina, responsabile della morte nel mondo di una donna ogni due minuti.

Il rapporto evidenzia inoltre come le case farmaceutiche arrechino danno alla salute delle persone più povere, applicando sovrapprezzi sui farmaci e rendendoli così inaccessibili. Un esempio è dato dal ciclo standard da dodici settimane di Paclitaxel, farmaco antitumorale prodotto da Pfizer per 1,16 dollari e rivenduto negli Stati Uniti a 276 dollari e nel Regno Unito a 912 sterline. (ANSA salute).