Lecco, compagno violento in classe: famiglie dei bambini scioperano

I genitori dei bambini di una quarta elementare di Olgiate Molgora, in provincia di Lecco, hanno deciso di non accompagnare i loro figli a scuola martedì e mercoledì 18 e 19 settembre in quanto i ragazzi “sono impossibilitati a seguire il regolare svolgimento delle lezioni a causa di un ambiente insicuro che non garantisce la loro incolumità”. Si tratta di una particolare forma di sciopero dovuta a uno degli alunni della classe, un ragazzo problematico che picchia i compagni e le maestre. Episodi quotidiani, tanto che sarebbero molti i casi in cui le vittime si sono dovute addirittura recare al pronto soccorso. Allo sciopero hanno aderito 14 famiglie su 17. Lo riporta Il Giorno.

Più volte abbiamo esposto la gravità della situazione ai responsabili preposti, tramite lettere, incontri e richieste, senza aver avuto ad oggi un’idonea e adeguata soluzione”, hanno spiegato i genitori. La situazione va avanti dalla prima elementare: il bimbo violento – che ha un quoziente intellettivo altissimo e a cui, tra l’altro, non sono stati diagnosticati specifici disturbi dell’apprendimento – utilizza le penne come coltelli, distrugge libri e quaderni e picchia compagni e maestre. “Domandiamo nell’immediato un intervento risolutorio e definitivo per la sicurezza e per un sereno percorso didattico dei nostri bambini”, aggiungono i genitori.

“Sia chiaro che nessuno dei genitori, che hanno tutta la mia stima e solidarietà per la pazienza fin qui manifestata, vuole allontanare da scuola il bambino problematico a cui non si possono imputare colpe. L’obiettivo è quello di proporre percorsi a lui idonei. Come Comune, in accordo con i responsabili dell’Istituto comprensivo, abbiamo stanziato, per quanto possibile e rispetto ai nostri bilanci, parecchie risorse per elaborare progetti che tuttavia purtroppo non si sono rivelati sufficienti – è invece il commento del sindaco Giovanni Battista Bernocco – Per il benessere non si può pretendere che segua i normali programmi e neppure costringerlo sempre in classe. Si tratta tuttavia di un caso particolare e delicato”.  www.tgcom24.mediaset.it