Gruppi ribelli siriani (tagliagole moderati, ndr) hanno ricevuto carichi di armi dalla Turchia in vista dell’imminente offensiva delle forze governative sulla provincia di Idlib, nel nord-ovest del paese. Lo riporta l’emittente satellitare “al Arabiya” citando fonti ribelli. Il ritmo delle consegne sarebbe aumentato in particolare dopo il fallimento del summit della scorsa settimana a Teheran, quando leader dei paesi garanti del cosiddetto Processo di Astana – il presidente russo Vladimir Putin, il turco Recep Tayyip Erdogan e l’iraniano Hassan Rohani – non sono riusciti a raggiungere un accordo per il cessate il fuoco a Idlib. Ankara ha già fatto sapere di opporsi all’eventualità di un’offensiva di terra, con Erdogan che ha parlato di rischi legati alla sicurezza e della possibilità di una nuova crisi umanitaria alle porte della Turchia. Secondo le fonti dell’Esercito siriano libero (Esl), in Siria sarebbero entrate in grandi quantità armi leggere, munizioni e razzi Grad.
Martedì scorso il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha dichiarato in conferenza stampa che l’obiettivo della Turchia nell’ultima roccaforte dell’opposizione in Siria è cercare di fermare l’offensiva di terra e gli attacchi aerei e stabilire un cessate il fuoco volto a riportare la stabilità. Il governo turco “vuole che venga mantenuto il cessate il fuoco” che è stato pianificato nell’ambito del processo di pace di Astana mediato da Turchia, Russia e Iran. “Se il cessate il fuoco non viene mantenuto, i civili, i bambini e gli anziani soffriranno molto di più in caso di un attacco”, ha detto Akar. “Il nostro obiettivo più importante è mantenere il cessate il fuoco e la stabilità nella regione”, ha ribadito il ministro della Difesa turco. Situata vicino al confine turco, la provincia di Idlib ospita oltre 3 milioni di siriani, molti dei quali provenienti da altre città in precedenza controllate dai ribelli e riconquistate dal governo siriano. (Res) Agenzia Nova