di Ansa
Proposta italiana a Vienna per la missione Sophia: rotazione dei porti per gli sbarchi.
La missione Sophia era nata per contrastare i trafficanti di esseri umani. Ora si conferma che invece fa servizio taxi per trasportare i clandestini dalle navi delle Ong ai porti europei.
(askanews) – Oggi il ministro Trenta è a Vienna per una riunione informale dei ministri della Difesa Ue, che si svolgerà domani. Tra le altre cose si parlerà di Mediterraneo, Libia e dunque anche di Sophia (Eunavformed). E proprio sulla missione Ue il ministro, secondo alcune fonti della Difesa, porterà una proposta di modifica sul porto di sbarco.
“La proposta mira ad introdurre una rotazione dei porti di sbarco, ovvero puntiamo a fare in modo che non sia più solo l’Italia a farsi carico del problema, bensì anche gli altri Stati membri – spiegano dalla Difesa -. A maggior ragione per quanto riguarda Sophia, che è una missione Ue”.
La Trenta domani avrà anche delle bilaterali a margine del vertice con alcuni suoi omologhi di Paesi Ue proprio per lavorare in modo approfondito sulla proposta italiana e provare ad ottenere un’ampia convergenza.La proposta di modifica si articola in tre punti: Principio di rotazione dei porti; principio Sar e non geografico; unità di coordinamento ad hoc con Frontex con rappresentanti di tutti i Paesi Ue.
Nel dettaglio i punti prevedono che:
1. Per i salvataggi delle navi militari dei Paesi Ue in Sophia il porto di sbarco non deve essere più quello italiano. La Trenta chiederà di introdurre il principio di rotazione dei porti, principio connesso ovviamente alla successiva ripartizione dei migranti tra i Paesi membri.
2. Questo nuovo meccanismo varrebbe per ogni evento Sar, a prescindere dalla zona geografica in cui avviene il soccorso (questo per imporci sulla contesa con Malta, che continua a coordinare la sua area Sar, molto grande, ma poi rifiuta l’attacco nei suoi porti perché dice che Lampedusa è più vicina geograficamente). Quindi vale il principio Sar e non quello geografico, come già previsto dall’ultimo aggiornamento della convenzione del Mare, che Malta non a caso si è rifiutata di ratificare.
3. Istituzione di una Unità di coordinamento, composta da un rappresentante di ciascun Stato membro partecipante al meccanismo, gestita da Frontex. Tra le ipotesi portate dalla Trenta quella che l’unità sia localizzata direttamente a Catania, dove c’è già una sede Frontex.
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