Ma che ci stiamo a fare in Europa?

di Francesco Storace

Schifo. Disgusto. Voglia di scappare chissà dove.

Ma che paese è diventato? 43 morti alla vigilia di Ferragosto e ancora nessuno dietro le sbarre per la strage di Genova.

Però viva la procura di Agrigento che com’è noto non ha reati da perseguire e vola a Roma per sentire chissà cosa al Viminale. Sennò come fanno a indagare qualcuno per sequestro di persona…. E magari per non aver offerto champagne ai graziosi ospiti della Nave Diciotti. Ai quali comunque pare non mancare compagnia in queste ore.

Dovreste invece spiccare un mandato di cattura internazionale per quei paesi europei che non muovono un dito per evitare che l’Italia resti la vittima sacrificale dell’immigrazione clandestina. In Europa la geografia conta più del diritto e quindi ce li dovremmo tenere.

Da Bruxelles ieri il nuovo, ennesimo no alla richiesta di aiuto da parte italiana. Se ne fregano, rispondono picche. E noi a dire sissignore, da bravi servi della nomenclatura? Tanto paghiamo, tanto non ce ne andiamo?

Non ne possiamo più delle prediche di Bruxelles, delle loro fughe della realtà mentre noi ci dobbiamo sporcare ancora le mani. Da soli. Con le quinte colonne interne a fare tifo per il nemico. Sì, la domanda giusta è proprio che ci stiamo a fare in un’Europa che ci tratta come figli di un Dio minore.

Negli ultimi anni l’Italia ha accolto ben settecentomila cittadini stranieri e ancora dovremmo prenderne? Ma quando finisce questa storia diventata insopportabile? Che cosa vi abbiamo fatto di male?

In gioco, sulla vicenda della Diciotti, c’è l’onore di una Nazione sbeffeggiata dall’Unione Europea. E sempre più, anche dopo l’inutile riunione di ieri a Bruxelles, fa bene il Viminale a non mollare. Tanto più che dietro Salvini c’è l’esemplare compattezza – per quello che è dato di vedere – dell’intero governo.

Passano i giorni ma dall’Europa non si intravedono ancora segnali positivi. E Roma ha il dovere di andare avanti. È dignità e solo i faziosi non possono e non vogliono capire.

Ed è imbarazzante vedere la sinistra italiana mettersi in fila per salire sulla nave ormeggiata a Catania in un tristissimo happening dell’invasione. Sono nemici della Patria ed è bruttissimo vedere schierati con Pd e soci diversi esponenti di Forza Italia, smemorati alfieri di una battaglia che avrebbe dovuto essere anche la loro. Ma a lavare il somaro si spreca il sapone e la lontananza dal potere fa brutti scherzi. Un’occasione perduta per Berlusconi e i suoi.

Se l’Europa pretende di infliggere il colpo di grazia all’Italia il ruolo dei patrioti non può essere al fianco di Maurizio Martina e Laura Boldrini. Quando l’Europa nacque, aveva tra i suoi propri principi fondamentali la solidarieta’, gettata alle ortiche dai voltafaccia di questi giorni. Tutto questo accade anche perché fino a ieri ci sono stati governi che sono andati a Bruxelles a barattare migranti in più con vincoli di bilancio meno stringenti, per le loro politiche demagogiche. Ma non è più così. E adesso, prima o poi, i conti li devono fare con noi anche sui flussi migratori. Sennò, appunto non avrebbe senso restare a quei tavoli.