E ora diteci dov’ è l’ emergenza razzismo. Diteci dove ci sarebbero le nuove ondate di atti discriminatori, di rifiuto del diverso su base etnica, religiosa, biologica, addirittura cromatica; diteci dove si consumerebbero le violenze ripetute e dove si nasconderebbero i teorici della nuova superiorità della razza bianca.
Fortuna che, a smentire l’ ideologia e i suoi teoremi, ci pensano la realtà e i numeri a essa connessi. Da un lato, a confutare la retorica sui crescenti fenomeni di xenofobia in Italia, ci sono i recenti fatti di cronaca, su tutti quello dell’ atleta Daisy, colpita con un uovo da tre ragazzi non per un atto razzista ma per una «goliardata democratica», come l’ abbiamo definita su Libero, visto che uno degli aggressori è nientemeno che il figlio di un politico del Pd. Dall’ altro, ci sono le cifre, crude nella loro evidenza, a dare ragione a Salvini: i reati contro gli immigrati, lungi dal crescere, sono diminuiti da quando ha vinto il fronte populista e al governo del Paese c’ è la Lega.
Posto che l’ indicazione dell’ aggravante razziale di un reato viene stabilita dal giudice a conclusione di un processo (e la raccolta di dati relativi ai crimini dettati da un movente discriminatorio fatta dall’ Osce al momento si ferma al 2016), è interessante rilevare come non esista in Italia alcun exploit di reati ai danni degli stranieri negli ultimi mesi. Anzi, ci sia una sensibile contrazione. Lo dimostrano i dati del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’ Interno, che registrano un costante decremento, con clamorose punte al ribasso proprio negli ultimi mesi, delle azioni violente o criminose ai danni dei non-italiani. In particolare, nei due mesi di governo Conte – nel periodo tra 1° giugno e 31 luglio 2018 – i crimini contro gli stranieri (di cui quasi i due terzi, secondo un andamento consolidato dal 2016, riguardano extracomunitari)sono diminuiti del 20% rispetto allo stesso periodo del 2017: nel dettaglio, sono calati drasticamente i tentati omicidi, passati da 54 a 44 (-18,7%), le lesioni dolose, 1.858 contro le 2.402 del giugno-luglio 2017 (-22,6%), i reati di percosse, 372 a fronte dei 447 del bimestre corrispondente dell’ anno prima; e ancora le minacce, scese da 1.692 a 1.291 (-23,7%).
Dati eloquenti – Volendo poi analizzare il periodo più ampio che ha portato all’ affermazione dell’ esecutivo Lega-5 Stelle, ossia il semestre compreso tra lo scioglimento delle Camere e il primo mese di esecutivo Conte, il calo di reati con vittime gli immigrati è altrettanto sensibile: se dal 1° gennaio al 30 giugno 2016 erano stati commessi circa 65mila crimini contro extracomunitari e nello stesso periodo dell’ anno seguente se ne erano registrati 59.074, nei primi sei mesi di quest’ anno se ne contano solo 49.806. E parliamo del periodo più caldo dal punto di vista della polemica politica sul tema, visto che coincide con la campagna elettorale, la vittoria dei populisti del 4 marzo e l’ ascesa di Salvini al Viminale. Ma lo dicono i numeri: più Lega, meno crimini anti-immigrati.
Il mondo che crolla addosso ai teorici dell’ ondata xenofoba alimentata dai sovranisti va del tutto in frantumi se si analizzano nel dettaglio i singoli reati, in particolare quelli più caratterizzati da una matrice discriminatoria. Le lesioni dolose, ad esempio, sono diminuite di un quarto: se nel primo semestre del 2016 erano circa 4.850 (su un totale annuo di 9.753), esse sono diventate 4.366 nei primi sei mesi del 2017, e si sono ridotte a 3.631 dal 1° gennaio al 30 giugno 2018. Com’ era la storia che, da quando la Lega ha soffiato sul fuoco del pericolo immigrazione e ha preso il potere, le aggressioni contro i neri si sono moltiplicate? Vale lo stesso per i reati di percosse ai danni di extracomunitari: erano circa 890 nei primi sei mesi del 2016, sono diminuiti di poco nello stesso periodo del 2017 (859), fino a subire una contrazione consistente nel primo semestre di quest’ anno (720). Niente boom di botte agli immigrati, insomma, e niente raid e fenomeni di caccia all’ uomo, con buona pace dei sinistrorsi. Alla pari, decrescono anche le violenze verbali, gli atti di discriminazione caratterizzati da insulti, epiteti ingiuriosi o espressioni intimidatorie.
Se le minacce contro gli stranieri extracomunitari erano circa 3.280 nei primi sei mesi del 2016 (su un totale annuo di 6.562 casi), episodi del genere sono scesi a 2.883 tra gennaio e giugno 2017, e diventati solo 2.316 nell’ era populista di inizio 2018.
Violenze sessuali -Perfino gli atti più odiosi nei confronti degli immigrati, ossia i tentati omicidi, le violenze sessuali e lo sfruttamento della prostituzione sono in considerevole calo. Dopo l’ azione folle di Luca Traini sembrava – a sentire il Pd o a leggere La Repubblica – che tutti gli italiani si fossero armati e avessero deciso di farsi giustizia da sé contro i neri. Niente di più falso: i 120 tentati omicidi contro extracomunitari del 2016 sono diventati 113 nello stesso periodo del 2017 e 100 nei primi sei mesi del 2018, proprio in coincidenza coi fatti di Macerata. Lo stesso reato di strage contro altri gruppi etnici non fa registrare impennate: 6 casi, come due anni fa. E che dire delle donne nere violentate o sfruttate? Grazie a dio sono sempre meno, dopo la vittoria dei populisti: dalle 329 violenze sessuali nella prima metà dello scorso anno siamo passati alle 282 dei primi sei mesi di quest’ anno.
Idem per lo sfruttamento della prostituzione e della pornografia minorile: tra il primo semestre 2017 e lo stesso periodo del 2018 i casi si sono ridotti a un terzo (da 214 a 75).
Insomma, noi italiani siamo sempre meno razzisti. E la cosa confortante e sorprendente (per altri, non certo per noi) è che questa tendenza anti-discriminatoria si è rafforzata con Lega e Cinque Stelle.
Verrebbe da gettare non uova, ma acqua in faccia, ai soloni sinistrorsi che continuano a teorizzare rischi crescenti di xenofobia. Magari, con numeri reali davanti, potrebbero ritrovare il contatto con la realtà.