Matteo Salvini lo ripete da tempo e lo aveva confermato anche il ministro Elisabetta Trenta pochi giorni fa: sui barconi c’è il rischio reale che possano salire anche dei jihadisti diretti in Italia per colpire il Belpaese.
È uno dei motivi, forse quello principale, per cui il centrodestra ha da sempre invitato i governi che si sono succeduti a tenere in debita considerazione il pericolo che poteva arrivare dal mare. Anche l’ex ministro Marco Minniti, alla fine, era dovuto capitolare ammettendo che quello dei jihadisti sui barconi era più di un semplice rischio. L’interpol, a gennaio, aveva ammesso che erano stati almeno cinquanta i combattenti dell’Isis arrivati via mare in Europa. Ed ecco che la cronaca, se mai servisse, arriva a confermare quanto da più parti denunciato.
Oggi infatti le autorità tunisine hanno bloccato nove terroristi islamici mentre stavano per salire su un barcone diretto verso l’Italia. Se fossero riusciti nel loro intento sarebbero magari approdati nel Belpaese dopo essere stati salvati da una imbarcazione nel Mediterraneo. Salvini permettendo, sarebbero stati considerati richiedenti asilo e portati nei centri di accoglienza.
I nove estremisti islamici che tentavano di imbarcarsi su un gommone per raggiungere il nostro Paese erano parte di un gruppo di 15 persone. Più della metà dei “migranti” presenti sul barcone, dunque, sarebbero stati terroristi. Il barcone, per fortuna, è stato intercettato dalla Guardia costiera e dalla squadra dell’antiterrorismo di Biserta, nel nord della Tunisia. I nove, di età compresa tra i 21 e i 39 anni, sono stati consegnati all’Unità della Guardia nazionale che indaga su crimini di terrorismo per approfondire i loro interrogatori.