«Ancora una volta sarebbe stato indispensabile il taser, poiché l’unico strumento in dotazione ai due agenti della Polfer, era la pistola di ordinanza». Commenta così Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), quanto avvenuto ieri sera all’esterno della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. Per sottrarsi ad un controllo di Polizia, un cittadino somalo di 20 anni, ha ferito uno dei due poliziotti alle spalle con un oggetto contundente. L’altro agente, per difendere il collega dall’improvvisa aggressione, ha aperto il fuoco ferendo l’extracomunitario ad una gamba.
«Se il cittadino somalo, che stava attentando alla vita di un poliziotto, è stato solo ferito senza ulteriori conseguenze, lo si deve alla bravura del collega e alla buona sorte, poiché il colpo poteva recidere organi vitali. Il collega ora rischia anche un “atto dovuto” da parte della Magistratura e di rispondere personalmente, anche dal punto di vista economico, nei confronti dell’Autorità Giudiziaria. Questo, oggi – spiega Paoloni -, risulta maggiormente inaccettabile, perché è stato previsto per tutte le Forze dell’Ordine, l’utilizzo del taser.
Ad oggi ci risulta che il Capo della Polizia Gabrielli, non abbia ancora impartito alcuna disposizione sulla sperimentazione nelle città in cui è prevista e, tra queste, vi è appunto Torino. Non è arrivato nessun taser, non sono stati individuati né formatori né operatori per l’utilizzo. E’ inaccettabile pensare – prosegue – che su un bilancio di 8 miliardi non sia possibile in via d’urgenza acquistare l’apparecchio per somme fino a 40mila euro senza procedere al bando Europeo, snellendo i tempi e dando avvio alla sperimentazione. Purtroppo, la sensazione – conclude – è che l’eccesso di burocrazia che ha bloccato l’introduzione delle telecamere sulle divise, oramai in sperimentazione da tre anni in quattro città, stia bloccando anche la sperimentazione della pistola taser».