Sono 18.314 i migranti sbarcati sulle coste italiane dal 1° gennaio al 27 luglio del 2018. Negli stessi mesi dell’anno precedente, il 2017, ne erano arrivati circa 95mila, mentre nel 2016 gli arrivi erano stati poco meno.
Insomma, semplificando si può dire che la “cura Salvini” funziona, anche se ad onor del vero, i suoi “meriti” – scrive today.it – andrebbero perlomeno divisi con l’ex ministro Minniti che l’estate scorsa siglò un primo accordo con le autorità libiche. La politica muscolare del ministro dell’Interno, almeno dai primi dati disponibili, sembra però aver assestato un ulteriore colpo al fenomeno dell’immigrazione verso l’Italia.
Sebastiano Rossitto, il comandante della fregata Virginio Fasan, l’ammiraglia della missione che opera di fronte alla Libia da metà 2015, si è spinto a dire al Corriere della Sera che da “cinque o sei mesi la situazione è completamente cambiata” e che “per ora l’emergenza pare terminata“.
“Nel nostro ultimo mese di pattugliamenti ininterrotti dal Canale di Sicilia, le coste della Tripolitania, al largo del Golfo della Sirte e sino alle zone a nord delle acque territoriali della Cirenaica, non abbiamo mai incontrato alcun naviglio di migranti e neppure i battelli delle organizzazioni non governative internazionali”.
Parte del merito va alla Guardia Costiera libica: “I loro sistemi d’intervento sono strutturati – ha spiegato il comandante -, possono mantenere due o tre imbarcazioni sempre pronte in acqua e si dimostrano in grado di bloccare gli scafisti con i migranti prima che escano dalle 12 miglia delle loro acque territoriali”.
“In una giornata così un anno fa potevano essere in mare sino a una quindicina di barche con 3.000 migranti. Nel 2013 ne prendemmo a bordo 1.500 in 24 ore. Oggi nessuno”, ha detto il capitano Massimo Nava al giornalista Lorenzo Cremonesi, inviato del Corsera a bordo della nave Fasan.