Sergio Mattarella è stato eletto come espressione di un definito Partito politico (il PD) riuscendo a raggiungere la necessaria maggioranza dei voti. Egli non è stato espressione di una generale convergenza di consensi.
Egli è stato eletto da un Parlamento che la stessa Corte costituzionale della quale lui faceva parte, ebbe a dichiarare illegittimo limitandone l’ulteriore permanenza solo per la trattazione, potremmo dire, degli affari correnti. Non certo per l’approvazione di ulteriori leggi e meno che mai per la elezione del Capo dello Stato.
Giuridicamente parlando, Sergio Mattarella è un Presidente illegittimo.
Per formazione familiare; per frequentazioni politiche, per suo posizionamento partitico e correntizio, egli può dirsi la migliore espressione del mai troppo poco deprecato catto-comunismo.
Per la conoscenza che ne ho, egli ha una molto personale concezione della democrazia, della sovranità popolare e dei rapporti interistituzionali nello Stato.
Da che fu eletto non aprì mai bocca. Tanto che lo si qualificava come “la mummia”, il “sarcofago” il “congelato”, ecc. E lui lo sa bene.
Immediatamente dopo gli esiti delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 che hanno visto la disfatta del PD e delle forze politiche ad esso associate, Sergio Mattarella è stato preso da irrefrenabile facondia e incontenibile attivismo che lo hanno portato anche ad eclatanti violazioni della Carta costituzionale al momento della formazione del nuovo governo. Di questo ho già detto. Non mi voglio ripetere.
Ora, Sergio Mattarella continua in questa sua attitudine. Errare (ma non fu errore) è umano, perseverare è diabolico.
Egli cerca in tutti i modi di condizionare l’attività del governo in carica. L’ultima e più grave novità, da quel che riferiscono i mezzi di informazione, è la convocazione del Presidente Giuseppe Conte e dei Presidenti della Camera e del Senato. Dunque, una commistione tra potere esecutivo e Parlamento che in alcun modo attraverso i suoi Presidenti, può ingerirsi negli affari del Governo.
Si dice che Mattarella Sergio dovrebbe garantire a livello costituzionale i rapporti tra lo Stato italiano e l’Unione europea. Per usare un linguaggio regionale, comune a lui e a me, trattasi di grandissima minchiata. A parte che è questione che appartiene al governo, a parte le demenziali interpretazioni dell’art. 11 Cost. che vorrebbero giustificare altrettanto demenziali “cessioni di sovranità” statale, vi è che il Nostro in realtà tende a garantire soltanto l’articolo della Costituzione relativo al pareggio di bilancio. E con ciò tentando di porre limiti all’azione di governo.
Mattarella Sergio nega la sovranità dello Stato e obiettivamente favorisce interessi economici stranieri cercando di orientare la politica economica dello Stato. La nomina come Ministro dell’economia del Prof. Giovanni Tria, amico di suo figlio Bernardo (quello che lavorava con la Madìa), da adito ad ogni giustificata illazione.
Sergio Mattarella nega la volontà popolare, rifiuta di accettare la legittimità dell’attuale governo che gode di più del 60% del consenso popolare.
Sergio Mattarella non può esser così sprovveduto da non rendersi conto che le sue iniziative si pongono fuori dai limiti della Costituzione.
Egli si rende promotore di ciò che il popolo italiano in larga misura non vuole. Sostiene la immigrazione incontrollata, sostiene l’euro, sostiene l’Unione europea, sostiene le politiche di “austerità” senza alcuna considerazione di più di cinque milioni di poveri in Italia, di gente che si suicida per disperazione economica, di una ormai conclamata macelleria sociale.
Ma egli sostiene le ONG chiudendo volutamente gli occhi dinanzi ad una situazione che ormai è chiara a tutti. Chiude anche le orecchie perché non vuol sentire le parole di quel tale Salvatore Buzzi (personaggio di riferimento del suo Partito) che, da competente, disse che si guadagnava di più con l’accoglienza che con la droga.
Ripetutamente si è costretti a sentire o a leggere inaccettabili dichiarazioni del Capo dello Stato in difesa di tutto ciò che è contrario agli interessi del popolo italiano. L’ultima riguarda la povera bambina rom lievemente e accidentalmente ferita durante lo sgombro di un campo nomadi. Vorrei chiedere a Sergio Mattarella, guardandolo negli occhi, perché mai non disse una sola parola per Pamela Mastropietro e perché mai ancora non ha chiesto perdono, recandosi in visita dalla mamma, per la scellerata politica migrazionista da lui condivisa.
Il catto-comunista Sergio Mattarella che ne pensa della copertina dell’ultimo numero di “Famiglia Cristiana” dove Matteo Salvini è equiparato a satana? E che Dio ci conservi Matteo Salvini!
Sergio Mattarella invece di avvilire strumentalmente il popolo italiano con dichiarazioni, esternazioni ed altro, delle quali non se ne può più, perché non usa lo strumento del “messaggio alle Camere” per rappresentare, e finalmente nei limiti della Costituzione, il suo punto di vista?
Assuma chiaramente le sue responsabilità istituzionali e politiche consentendo al Parlamento di poter dibattere e valutare quello che egli dice. Se non vuole e se non ha interessi estranei da difendere, si dimetta.
Questa è la democrazia costituzionale, bellezza!
Augusto Sinagra