E’ incredibile l’errore di comunicazione commesso da Emmanuel Macron. Quando devi smentire non devi mai usare la negazione, perchè il subconscio tende a trascurare il “non”. Il grande linguista americano George Lakoff lo spiega magistalmente da anni sin dal titolo del suo celebre saggio “Non pensare all’elefante”. Vi invita a non pensare a quell’animale e tu lettore, cosa stai facendo in questo momento? Stai pensando all’elefante. Con la sua improvvida dichiarazione di ieri, il presidente francese ha commesso due sbagli colossali.
Il primo: nessuno in Francia, sui media e nel mondo politico, aveva formulato il sospetto che il capo dell’Eliseo avesse una relazione amorosa omosessuale con la sua guardia del corpo Benalla. L’indiscrezione girava sul web e nei salotti ma un conto è il pettegolezzo, ben altro peso ha una presa di posizione ufficiale. Incredibilmente è stato lo stesso Macron a sdoganare il non detto e dunque da oggi e per gli anni a venire l’argomento non è più tabù.
Il secondo errore: riprendendo Lakoff, se tu dici “Benalla non è il mio amante”, la gente pensa che lo sia o che possa esserlo. E’ lo stesso autogol che commise Nixon ai tempi del Watergate quando negò in diretta tv qualunque responsabilità nel celebre caso di spionaggio ai danni del Partito democratico. Anch’egli ricorse alla negazione. Avrebbe dovuto dire: io sono innocente. E invece milioni di americani pensarono che fosse colpevole o che potesse esserlo. Il dubbio divenne plausibile.
Com’è andata a finire lo sappiamo. Macron farà la stessa fine?
A Parigi c’è chi comincia a pensarlo, di certo sono milioni i francesi che, gaffe dopo gaffe, prepotenza dopo prepotenza, giudicano Emmanuel Macron inadeguato alla funzione per la sua personalità, per la sua megalomania, per la sua mancanza di equilibrio.
Il sogno è già infranto.