La Open Arms è arrivata questa mattina in Spagna nel porto di Palma di Maiorca, con a bordo Josefa, la donna salvata il 17 luglio scorso nel Mediterraneo, ad ottanta miglia dalle coste libiche.
La Ong, al momento dello sbarco, avrebbe presentato una denuncia contro la Libia. Anche Josefa, riferisce il Diario de Mallorca, intende denunciare la Libia e l’Italia per la vicenda che l’ha vista protagonista, l’affondamento del suo barcone di cui addossa la responsabilità alle autorità libiche e l’inattività e il rifiuto italiano di far sbarcare i cadaveri raccolti in mare nel porto di Catania.
Open Arms, video della giornalista tedesca: nessun migrante abbandonato dai libici
“Dopo quattro giorni di navigazione la nave Open Arms entra finalmente nel porto sicuro di Palma di Mallorca”. E’ quanto ha scritto il fondatore della Ong spagnola Proactiva, Oscar Camps che – riferisce ancora il Diario de Mallorca, uno dei principali quotidiani dell’isola – subito dopo l’attracco ha presentato al tribunale locale una denuncia per omissione di soccorso contro il comandante della nave libica che avrebbe volontariamente affondato il barcone di migranti. Tutti i membri dell’equipaggio della Open Arms, tra cui il giocatore milionario Nba Marc Gasol, hanno firmato l’atto.
La denuncia dell’equipaggio è estesa alla guardia costiera libica e, a seconda di come procede l’indagine, anche a quella di Italia e Malta perché, secondo Camps, potrebbero aver commesso un reato di omissione di soccorso.
ACCUSE A ITALIA E UE – Nel corso della conferenza stampa, Camps ha anche sottolineato che l’Italia e l’Unione europea nel suo insieme permettono alla Libia, “un paese senza Stato”, di assumere le attività di salvataggio a proprie spese con scarse risorse e nonostante i sospetti della connivenza delle sue guardie costiere con i trafficanti.