“Chi al governo da noi” spalleggia la guardia costiera libica “è un annegatore”. Lo scrive sul proprio profilo Twitter lo scrittore Erri De Luca a proposito di quello che sta accadendo ai migranti nel Mediterraneo. “La guardia costiera libica – sottolinea – fa servizio carcerario in acque internazionali, riportando in schiavitù gli sfuggiti alle torture e alle estorsioni. Non salva e lascia annegare”. (Accusa, come dimostrato, tutta da provare, ndr)
Il riferimento è alla denuncia della ong Proactiva Open Arms secondo cui la Guardia costiera libica avrebbe lasciato morire una donna e un bambino che si trovavano a bordo di una nave con 158 persone. Un’altra donna, Josefa, è invece riuscita a salvarsi dopo aver passato due giorni e due notti in mare aggrappata a un pezzo di legno. ADNKRONIS
La versione della Ong è stata smentita da una giornalista tedesca che si trovava a bordo della motovedetta della Guardia costiera libica. Successivamente, per timore di un’inchiesta, la nave della Ong è fuggita in Spagna onde evitare che interrogassero la donna ‘sopravvissuta’ e sequestrassero la nave.
Open Arms, video della giornalista tedesca: nessun migrante abbandonato dai libici
Chi è Erri De Luca? Ce Lo spiega il senatore Esposito (Pd) >>>
Esposito spara: Erri De Luca padre ignobile degli anni di piombo
Il senatore Esposito a ruota libera contro lo scrittore
“Erri De Luca? Disperato perché non è stato condannato, ora non può fare la vittima”. “De Luca è un padre ignobile degli anni di piombo, non ha rinnegato nulla. Ha incitato alla lotta contro la Tav, come negli anni Settanta. Se dicevo le stesse parole di De Luca mi avrebbero arrestato subito”.
Così il senatore Stefano Esposito (Pd) a La Zanzara su Radio 24. “Sono felicissimo dell’assoluzione di Erri De Luca – ha detto Esposito – così abbiamo chiuso la vicenda di uno che andava in giro a fare il martire su niente. La maggiore disperazione di De Luca è di non essere stato condannato. Adesso non se ne occupa più nessuno”.
“Se fosse stato condannato – dice ancora Esposito – avremmo avuto un martire. Invece De Luca è un signore che non ha rinnegato nulla degli anni di piombo, uno che ritiene che le vittime non siano quelli a cui hanno sparato alle gambe ma quelli che sono stati arrestati e condannati per gli omicidi. Grande intellettuale? No, è uno dei padri ignobili della peggiore stagione italiana, uno che scrive libri e che per una cultura sessantottina che ancora vige in questo paese glieli promuovono. Penso che un intellettuale sia un’altra cosa”.
“Le parole sul sabotaggio alla Tav – insiste Esposito – erano un messaggio a certi No Tav per incitarli alla lotta, niente di diverso da quello che succedeva negli anni ’70. Se io oggi facessi una dichiarazione dicendo andiamo ad assaltare l’agenzia delle entrate non farei in tempo a tornare a casa che mi avrebbero già preso e sbattuto in galera per istigazione. Lui invece non viene perché è un intellettuale, o presunto tale, è uno scrittore, e la sua parola è diversa dalla mia. Tra chi scrive libri e fa politica c’è una differenza di trattamento, verso chi fa il giornalista o lo scrittore c’è una certa indulgenza, perché il loro è diritto di parola, se io faccio una dichiarazione sopra le righe sono un politico e non me lo devo permettere, a loro è concesso a noi no”.