TEL AVIV – Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha dato ordine la scorsa notte al ministero degli Esteri di convocare l’ambasciatore dell’Unione Europea, Emanuel Giaufret, per “una seconda conversazione di rimprovero”, avvertendo che questo passo potrebbe essere solo il primo di una serie. Secondo la stampa, questa decisione è giunta dopo incontri che Giaufret avrebbe avuto con diversi deputati per convincerli a modificare una controversa bozza di legge in discussione alla Knesset che definisce Israele quale Stato-nazione del popolo ebraico.
L’ambasciata Ue ha replicato di non poter divulgare il contenuto di conversazioni private avute dall’ambasciatore.
“Come se non bastasse che l’Unione europea finanzia associazioni che minano Israele alle fondamenta ed assiste costruzioni illegali”, ha affermato Netanyahu in un comunicato.
“Adesso interferisce anche nella legislazione israeliana. A quanto pare essi non comprendono che Israele è un Paese sovrano“.
Il dibattito in questione si riferisce ad una legge fondamentale che mira a stabilire che Israele “è lo stato nazionale del popolo ebraico” e a sancirne i suoi simboli quale l’inno e la bandiera, nonché le feste del calendario ebraico ed il primato della lingua ebraica. Ma una delle critiche espresse in parlamento è che essa altererebbe gli equilibri fra il carattere ‘ebraico’ e ‘democratico’ di Israele, a scapito del secondo. Lo stesso capo dello Stato Reuven Rivlin (Likud) ha espresso opposizione in particolare a un paragrafo che consentirebbe la creazione di comunità segregate per religione o nazionalità. Ha anche espresso la fiducia che il testo della legge sia modificato per sventare il rischio che essa proietti all’estero un’immagine negativa di Israele. ANSAMED