Sindacati, Fiom organizza corsi antirazzisti e antifascisti

I comunisti hanno deciso di cadere dal ridicolo al grottesco.

La classe operaia, si sa, oltre a non andare più in paradiso (sempre che, poi, ci sia mai andata…) non vota più nemmeno la sinistra. La cosa è nota, da anni. E, poco a poco, l’elettorato delle fabbriche si è spostato verso destra, fino alle frange più estreme. Fino, per esempio, a CasaPound Italia.

Il movimento politico che prende il nome dal poeta Ezra Pound denuncia oggi – sulle colonne online de Il Primato Nazionale – delle poco tolleranti prese di posizione della Fiom contro questa migrazione di idee e di voti dei propri lavoratori iscritti.

La Fiom “blocca” la destra

Già, perché la Federazione Impiegati Operai Metallurgici (che fa capo alla Cgil e che è il più antico sindacato industriale italiano) ha espulso una delegata lombarda dai vertici sindacali, perché fuori dai cancelli di uno stabilimento aveva fatto propagando pro CasaPound.

Dalla Lombardia al vicino Piemonte, per l’esattezza a Vercelli, dove un gli operai in protesta per il ritardo nei pagamenti da parte della loro azienda hanno chiesto aiuto proprio di CasaPound – e non l’imbarazzato sindacato “rosso”– per far valere i propri diritti.

Dulcis in fundo, la Fiom lombarda ha organizzato anche un programma di corsi antifascisti e antirazzisti per (in)formare – a modo suo – gli iscritti. E se il segretario regionale Alessandra Pagano precisa che “non è un indottrinamento”, il portavoce meneghino di CasaPound, Angela De Rosa, protesta duramente: “Quello che è successo è veramente inaudito. È evidente che la Fiom non tollera le idee dissidenti tra i suoi iscritti e di conseguenza opera grottesche purghe staliniane che pensavamo consegnate per sempre alla pattumiera della storia”.