di Euronews
Tre anni fa nell’Unione europea, 117,5 milioni di persone cioè il 23,4% della popolazione erano a rischio povertà o esclusione sociale.
Ma cosa vuol dire rischio povertà? Una persona che si definisce povera detiene un reddito inferiore del 60% rispetto al reddito medio nazionale, nel suo nucleo familiare poche persone lavorano oppure vive in una situazione di grande privazione materiale.
Intanto secondo gli ultimi dati in Italia le persone che vivono in povertà assoluta superano i 5 milioni: è il valore più alto registrato dall’Istat dal 2005. Le famiglie in povertà assoluta sono quindi stimate in 1 milione e 778mila, corrispondenti a 5 milioni e 58 mila individui. L’incidenza della povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie e dell’8,4% per gli individui come dimostra il rapporto più recente.
La povertà non è soltanto la diminuzione del potere d’acquisto ma anche la nullificazione del risparmio e la perdita di valore dei beni con conseguenze che nelle città accrescono l’esclusione e l’emarginazione
In Europa nel 2016 le situazioni più gravi sono state registrate invece in Bulgaria col 40,4% di povertà assoluta, Romania al 38,8% e Grecia 35,6%.
Vivono situazioni di minore incidenza della povertà la Repubblica ceca, Finlandia e Danimarca.
Una grande responsabilità della crescita della povertà globale dipende da dinamiche economiche sempre più selvagge e di limitati strumenti legali per evitare che cittadini ingenui siano spogliati dei loro averi grazie a speculazioni criminali.
L’allarme vale per tutti.