“Non voglio vivere in un Paese che chiude i suoi porti”. Così Claudio Amendola, ospite ieri sera dell’arena organizzata dal ‘Piccolo Cinema America’ presso il Porto Turistico di Roma a Ostia, ha commentato le politiche sull’immigrazione del nuovo governo giallo-verde e, in particolare, del neo ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Dopo la proiezione del suo film ‘Il permesso – 48 ore fuori’, dal palco allestito davanti al maxi-schermo, l’attore e regista romano ha detto: “Salvini sta dando voce a un sentimento che è più lontano da me di qualunque cosa voi possiate pensare, ma vedo che è un sentimento che purtroppo fa proseliti e che cresce in Italia. Ho intuito che Salvini cavalcava delle sensazioni che sono facili, sono naturali nell’uomo, sono semplici da portare avanti. Io credo che stiamo perdendo di vista la nostra indole, che è quella di un Paese con quattromila chilometri coste, siamo ‘partenti’ e siamo ‘arrivanti’. Non possiamo nascondere questa nostra antichissima tradizione: siamo un popolo di mare. Anche chi vive in Padania in qualche modo è un mezzo marinaio”.
Delle condizioni dell’Italia, Amendola se ne infischia.