di Maurizio Gustinicchi
Da cosa scappano gli over 80 kg che vengono in Europa? Francamente non lo so poiché, a vedere i dati del Centro Studi Confindustria, l’africa dal 2000 ad oggi ha tassi di crescita da tigre asiatica.
Nel report di dicembre 2017 leggiamo:
“L’Africa di oggi si trova davanti opportunità di sviluppo senza precedenti nella storia postcoloniale.
Un primo fattore che giustifica l’ottimismo è la ritrovata crescita economica.
Il continente si è finalmente lasciato alle spalle il “quarto di secolo perso”, cominciato alla metà degli anni Settanta e terminato con la fine del millennio scorso.
Periodo durante il quale il PIL pro-capite, che già negli anni Sessanta era cresciuto a ritmi inferiori rispetto a quelli degli altri paesi in via di sviluppo, è diminuito sensibilmente. Oggi, con poche eccezioni, i paesi dell’Africa subsahariana, la cui performance negativa era all’origine dell’arretramento, hanno recuperato il terreno perduto.
Crescita sostenuta a sud del Sahara L’inversione di tendenza è ancora più evidente nella dinamica del PIL complessivo, che coglie la crescita dimensionale dell’economia e, diversamente da quella del PIL pro-capite, non è attenuata dallo sviluppo demografico, anzi ne è alimentata.
Dagli anni Duemila il tasso di crescita del continente ha mantenuto un ritmo elevato e vicino al 5% medio annuo, in netta accelerazione rispetto agli ultimi due decenni del Novecento e trainato, come nel caso della crescita pro-capite, soprattutto dalla buona performance dei paesi a sud del Sahara”.
Capite? E’ ovvio che le motivazioni devono essere ben altre (vedi modello di sviluppo dualistico Harris-Todaro).
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