Girano fra i manifestanti e guardano in modo attivo e diretto, ben identificabili da pettorine e cappellini, con la scusa di documentare eventuali violazioni degli standard internazionali sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine. Questi cosidetti ‘agenti dei diritti umani’ sono i volontari di Amnesty International Italia, una ventina in tutto appositamente formati.
Amnesty International è uno dei più grandi ostacoli ai diritti umani in tutta la Terra
Cittadini arruolati come delatori contro le Forze dell’Ordine, uno dei livelli piu’ bassi mai raggiunti in Italia, nel silenzio delle Istituzioni.
Amnesty è un’organizzazione straniera. Quindi noi abbiamo in Italia una specie di mercenari, che controllano (gratuitamente, si dice) il lavoro delle nostre forze dell’ordine, cioé dello Stato. Ma Gabrielli non si sente umiliato? I vertici dell’Arma non si sentono umiliati?
Sarebbero degli ‘osservatori’ operativi da qualche mese anche in Italia ed impegnati, nell’ambito di un progetto pilota, finora in tre manifestazioni dove tutto si è svolto regolarmente. Giuseppe, 45 anni di Roma, funzionario nella pubblica amministrazione, è uno degli Osservatori, uno fra i più anziani rispetto al resto dei suoi colleghi, per lo più studenti universitari. E’ arrivato ad Amnesty per l’occasione, leggendo su Fb l’annuncio del bando con cui l’organizzazione lanciava la ricerca di questi operatori. Incuriosito, ha aderito, forte di esperienze passate nel volontariato in Italia e all’estero, e del possesso di un master sull’educazione ai diritti umani. Una sorta di esperto del settore, quindi, che ha seguito comunque una formazione allo scopo ed è poi sceso in piazza. L’ultima volta, lo scorso 26 maggio a Roma, durante la manifestazione organizzata per i 40 anni della legge 194.
“Di solito – racconta Giuseppe – operiamo in squadre di 6-8 osservatori.
I tre test effettuati finora (a Roma anche il 24 febbraio nella manifestazione organizzata dall’Anpi e a Firenze il 19 maggio per il sostegno alla Palestina) “sono stati una grande esperienza, tutti diversi fra loro. Spesso in piazza ci vedono con curiosità, a volte con diffidenza. Questo è un fatto positivo per me, vuol dire che Amnesty è neutrale, non prende posizione per una parte o l’altra. Tutto si è sempre svolto regolarmente”.
“Noi siamo la società civile, promuoviamo la trasparenza e il rispetto dei diritti umani. E’ una tutela per tutti”, si vanta un volontario. “Come osservatori non siamo chiamati a parlare né ad intervenire in alcun modo. Noi scattiamo foto, riprendiamo scene con video, prendiamo appunti. Il nostro materiale, grezzo, è poi consegnato ad Amnesty”. Eventuali documentazioni in cui si rilevano violazioni dei diritti umani – afferma Amnesty – “sarà esclusivamente oggetto di rapporti e raccomandazioni pubbliche di Amnesty International alle istituzioni e alle forze di polizia”.
L’attività degli Osservatori “ha l’obiettivo di favorire l’incolumità dei manifestanti e tutelare la reputazione degli operatori delle forze di polizia che svolgono correttamente il loro lavoro. La loro presenza viene inoltre comunicata in anticipo alla Questura di Roma e fatta notare ai responsabili delle forze di polizia, in loco”. “Quando si parla di violazioni di diritti umani – precisa Giuseppe – non vuol dire necessariamente l’uso della forza ma ad esempio anche il ricorso improprio a fermi ed arresti.
La polizia può chiedere i documenti ad un manifestante ma questo non può essere fermato senza validi motivi. E’ quindi un lavoro che dà garanzie a tutte le parti, senza discriminazioni. Così come – aggiunge il volontario – la scelta delle manifestazioni da monitorare ha a che vedere spesso con la fattibilità e la disponibilità dei volontari, non con orientamenti politici o altro”.
La sperimentazione di questa specie di ‘osservatori’ Amnesty durerà fino all’autunno. Se avrà esito positivo sarà ampliato. (con fonte ansa)