“Questo è un governo di destra. Lo volete chiamare di centro, per caso?”. Romano Prodi, ospite all’inaugurazione di Repubblica delle Idee a Bologna, non ha dubbi sulla natura del governo M5s-Lega. “Vedremo quale sarà la via delle decisione che saranno prese, per ora… Le motivazioni” di Lega e M5s “possono essere diverse, ci sono contraddizioni, ma questo discorso che non esistono più destra e sinistra, è un discorso che non ha senso. Ci sono decisioni, in economia, nei diritti, che sono di sinistra o di destra. Sono in crisi i grandi partiti che le rappresentavano, ma destra e sinistra esistono ancora. Sanità, scuola, sono scelte di sinistra o di destra”.
Il Professore parte nel suo ragionamento dalla “mancanza di appeal” della democrazia liberale, che nasce dall’aumento delle disuguaglianze. E anche se ora “di disuguaglianza si inizia a parlare, gli economisti ci hanno vinto il Nobel”, tuttavia “i governi ancora non cambiano”. E alla domanda di Mario Calabresi e Marco Damilano sul ‘governo del cambiamento’, risponde: “Il governo del cambiamento non è il cambiamento del governo, sono due cose distinte. Bisogna vedere cosa c’è in questo cambiamento, se è cambiare per cambiare, fare ammuina come la nella Marina Borbonica non fa vincere la guerra. Il cambiamento su quale programma? Qual è il compromesso reale di questo accordo? Non condanno mai le cose prima che avvengano ma ci sono blocchi di pensiero che ritenevo inconciliabili, flat tax e reddito di cittadinanza, che sono al governo insieme. Vedremo cosa avviene”. (askanews)