Cei (vescovi): “Non soffiare sul fuoco della rabbia sociale”

Nuovo intervento a gamba tesa della chiesa in politica.

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, presiedendo la veglia di preghiera per l’Italia organizzata da Sant’Egidio a Santa Maria in Trastevere, sferza ancora una volta i cattolici:

“Non bisogna avere paura della politica ed essere assenti! L’ho detto ai cattolici fin dall’inizio del mio mandato, come presidente della Cei, e – dopo l’esperienza di questi mesi – lo ripeto con maggiore convinzione: non abbiamo paura della responsabilità politica. Non lo dico perché favorisca l’uno o l’altro disegno politico. Non è compito dei pastori!”.

Avverte il porporato: “Credo che i cristiani, in un momento così serio della nostra storia, non possano essere assenti o latitanti, con i loro valori, anzi – come diceva Paolo VI – quali ‘esperti di umanità’. Sì, non possano disertare quel servizio al bene comune che è fare politica in democrazia. Rischieremmo l’irrilevanza”.

Il porporato invita a spendersi per il bene del Paese: “È venuto il momento, come ho detto recentemente, di avviare nuovi processi, senza preoccuparsi di occupare spazi di potere. Nuovi processi in cui i giovani – soprattutto i giovani – si sentano chiamati ad assumersi nuove responsabilità e ad elaborare nuove ‘idee ricostruttive’ per la democrazia del nostro Paese. Sono convinto che le energie morali di questo Paese sono ancora tante e tantissimi siano i talenti inespressi che necessitano di essere valorizzati”.

“Ci vuole una svolta nella vita del Paese per cominciare a lavorare insieme: è, infatti, eticamente doveroso lavorare per il bene comune dell’Italia senza partigianeria, con carità e responsabilità, senza soffiare sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale” è il monito del presidente della Cei. “Che tutte le forze politiche, gli operatori della comunicazione, i responsabili a qualunque titolo non badino all’interesse immediato e di parte!”.

Il porporato ha ripercorso il faticoso e tormentato iter per arrivare alla formazione del governo: “In questi mesi, dopo le elezioni politiche, abbiamo vissuto momenti di seria preoccupazione, non solo per la composizione del governo che tardava a venire. Oggi, finalmente arrivato, facciamo i migliori auguri di buon lavoro al nuovo governo al servizio del bene comune del Paese. Ma non possiamo dimenticare che c’è stato un clima di tensione e attimi di conflittualità che sono emersi dalle viscere profonde del Paese”. Il pensiero di Bassetti è andato agli attacchi nei confronti del Capo dello Stato: “Soprattutto su internet, il cui uso talvolta irresponsabile è da biasimare, ho visto montare una rabbia sociale persino contro la persona del Presidente della Repubblica e la sua misurata e saggia azione di garanzia di tutti i concittadini”.

Il presidente della Cei ha richiamato alla responsabilità: “La conclusione di un periodo difficile, con la composizione di un nuovo governo, richiama tutti a un senso di responsabilità nelle parole e nei fatti, sempre tenendo conto del rispetto delle persone e del bene comune. La mia preoccupazione va a tanti mondi, specie le periferie delle nostre città, lacerati, in cui alla fatica quotidiana di vivere – e spesso è tanta! – si aggiungono nuovi conflitti e diffidenze. C’è un tessuto umano da ritessere in questi angoli di mondo e in tutta la società civile italiana in nome della pace civile e sociale”.

Bassetti ha ammonito sulla necessità di lavorare per unire, e non dividere, il Paese: “Dicevo ai vescovi italiani qualche mese fa: ‘Dobbiamo, perciò, essere capaci di unire l’Italia e non certo di dividerla. Occorre difendere e valorizzare il sistema-Paese con carità e responsabilità. Perché il futuro del Paese significa anche rammendare il tessuto sociale dell’Italia con prudenza, pazienza e generosità'”.

“L’Italia dà all’Europa, al Mediterraneo, al mondo un grande contributo di servizio alla pace, di cultura, di lavoro, di sviluppo. Non possiamo mancare alle nostre responsabilità, che hanno reso il nostro Paese conosciuto e simpatico nel mondo intero. C’è un’umanità italiana che non dobbiamo perdere o lasciar stravolgere da odi o razzismi, ma incrementare e trasmettere ai nostri figli”, ammonisce il porporato.

Attingendo alla parabola dei talenti, Bassetti ricorda che “molti di noi, in questo tempo, hanno paura per sé, hanno paura del futuro, hanno paura per il nostro Paese. Così, per paura, cercano di non confondersi, di mettersi al riparo, quasi di sottrarsi al comune destino di essere italiani responsabilmente. Non bisogna aver paura e pensare solo a sé, al proprio interesse, al proprio tornaconto, rinunciando a trafficare i propri talenti per il bene comune del Paese. La parabola dei talenti, che tante volte abbiamo ascoltato, ci fa spesso riflettere sui doni – i talenti – che abbiamo ricevuto nella nostra vita personale. Ci invita alla responsabilità di usare bene quei talenti affidatici dal Signore”.

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