Una principessa della casa regnante in tacchi alti al volante di un’auto decapottabile, in pieno deserto. Con questa immagine sulla copertina del numero di giugno, l’edizione locale di Vogue celebra la prossima revoca del divieto di guida alle donne in Arabia Saudita. Ma l’immagine ha suscitato polemiche, visto che diverse attiviste per i diritti femminili arrestate questo mese rimangono in carcere.
Ad apparire nella fotografia – interamente vestita di bianco e con il capo coperto – è Hayfa bint Abdullah al Saud, una delle venti figlie del defunto re Abdullah, di cui la rivista pubblica anche un’intervista sulle riforme sociali avviate dal principe ereditario Mohammad bin Salman. “Nel nostro Paese – afferma la principessa – ci sono conservatori che temono il cambiamento. Personalmente lo sostengo con entusiasmo”.
Arabia Saudita: arrestate attiviste per i diritti delle donne
Hayfa respinge poi le accuse occidentali di conservatorismo: “E’ facile fare commenti su altre società e pensare che la tua è superiore. Ma l’Occidente deve ricordare che ogni Paese è specifico e unico“. La revoca del divieto di guida per le donne, che entrerà in vigore il 24 giugno, fa parte di una serie di riforme sociali avviate negli ultimi anni, tra le quali il permesso alle donne di diventare imprenditrici anche senza il consenso del marito o del padre, quello di essere assunte come investigatrici dalle procure e di entrare allo stadio (sotto la sorveglianza dei mariti, ndr). Oggi è inoltre stato annunciato che il governo ha approvato una normativa che rende penalmente perseguibili le molestie sessuali.
Tuttavia, sui social media vi sono state reazioni critiche alla foto pubblicata da Vogue. In molti ricordano le 11 attiviste sono state arrestate questo mese e affermano che la monarchia regnante accetta solo le riforme imposte dall’alto, con intenti propagandistici. Alcuni hanno realizzato un photoshop per sostituire il viso della principessa con quello di due delle attiviste imprigionate, Aziza al-Yusef e Lujain Hathlul. Nello stesso numero però Vogue dedica uno spazio anche a Manal al Sharif, finita in carcere nel 2011 per avere sfidato il divieto pubblicando un video che la mostrava mentre guidava.
Alcuni mesi fa anche un’altra principessa, Rima bint Bandar al Saud, vice presidente dell’Autorità generale per lo sport, ha invitato a non farsi prendere dal facile entusiasmo per le riforme in atto, sottolineando che esse devono essere considerate solo un punto di partenza. Per esempio, ha aggiunto, “la violenza domestica è veramente un capitolo critico, e assicuro che ci stiamo lavorando”. ANSA