Una dettagliata lettera per sottolineare la condizione lavorativa dei poliziotti penitenziari del carcere di Trieste, particolarmente accentuatasi in quest’ultimo biennio, in particolare per quello operante sezione “isolati” a “regime chiuso”, ove sono ristretti prevalentemente detenuti con problemi psichiatrici. L’iniziativa è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che ha chiesto al Ministero della Giustizia urgenti interventi correttivi per il carcere giuliano.
Spiega Giovanni Altomare, segretario regionale SAPPE per il Friuli Venezia Giulia: “Il personale di Polizia Penitenziaria di Trieste che lavora in quella sezione effettua turni di servizio che sembrano non passare mai e lo stress che accumula è oggettivamente elevatissimo e preoccupante; il personale termina il turno di servizio davvero sfinito.
Le criticità in quella sezione sono pressoché quotidiane e ripetute durante il giorno e la notte; si assiste a frequenti distruzioni di camere detentive, insulti e ingiurie al personale di Polizia Penitenziaria e ai vari operatori penitenziari, atti di resistenza sia attiva che passiva (con proteste di non rientro in cella), defecazioni per terra, continua richiesta da parte dei detenuti di personale medico e infermieristico, lanci di oggetti nel corridoio della sezione e verso il personale, atti di autolesionismo (tagli sul corpo con lamette, ingestione di batterie ecc.), sputi verso il personale, allagamenti di cella e, a volte, anche incendi di celle e aggressioni al personale. La puzza che si espande nella sezione per la precaria condizione igienico sanitaria di alcuni soggetti, inoltre, completa il quadro di una condizione lavorativa raccapricciante”
Per altro, aggiunge il SAPPE, “il Personale di Polizia Penitenziaria addetto a tale sezione detentiva, ha la sua postazione lavorativa composta di un tavolo e una sedia, in fondo alla sezione adiacente al locale docce, tra gli spifferi di aria provenienti dalle finestre e mali odori provenienti dalle celle, senza un minimo di protezione quale un box o un corpo di guardia. La questione non può essere sottaciuta”. E per questo il Sindacato chiede al Ministero della Giustizia di intervenire.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, assicura pieno sostegno all’iniziativa del SAPPE di Trieste: “Da tempo denunciamo una situazione allarmante, caratterizzata da un significativo sovraffollamento del carcere a cui si contrappone una significativa carenza di appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Ma i problemi sono anche la precarietà dei posti di servizio e dei posti detentivi! A tutto questo, alle reiterate segnalazioni e denunce del SAPPE, non è seguito alcun provvedimento concreto e per questo i colleghi di Trieste sono pronti a manifestare – giustamente! – davanti al Ministero della Giustizia ed al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a Roma”.