Di Stefano Davidson
Quattro italiani rischiano di costare davvero cari alla Repubblica di San Marino, visti i comportamenti tenuti dagli stessi in occasione di una “sparizione” di denaro dal conto di una correntista nel lontano 2009.
Una strana o quantomeno insolita ammucchiata di responsabilità quelle che poi sono emerse a seguito delle indagini sostanzialmente causate dal rifiuto di restituire quanto indebitamente “sparito” dal conto corrente di una cliente per venire investito in titoli ad altissimo rischio, ha portato la cifra di quello che poteva essere allora, ammettendo responsabilità evidenti, una normale restituzione del maltolto con successivo perseguimento giuridico dei responsabili a superare abbondantemente i 7.000.000 di euro
Già perché la responsabilità di due funzionari principalmente coinvolti allora, dott. Valerio Benvenuto di Forlì e dott. Paolo Droghini di Rimini, entrambi dipendenti di Banca Commerciale Sammarinese all’epoca dei fatti e rispettivamente Direttore Generale fresco di nomina e Vice Direttore Generale, oltre al Direttore della filiale di Dogana della stessa Giovanni Crosara di Rimini (già indagato nel 2010 in altro procedimento anche dal Tribunale Ravenna per ipotesi di truffa aggravata, fatture false e riciclaggio e successivamente condannato, in seguito a patteggiamento, alla pena di due anni per riciclaggio) e dell’altro coinvolto dott. Stefano Bertozzi (recentemente condannato dal Tribunale della RSM a quattro anni e due mesi per riciclaggio dal Congo Brazzaville) hanno portato successivamente all’implicazione di Banca Centrale Sammarinese allora “gestita” anche quale Capo della Vigilanza dal Dott. Mario Giannini anch’egli italianissimo, residente a Roma il quale ignorò quanto denunciato dalla correntista in esposto ufficiale, addirittura mentendo per iscritto nella risposta altrettanto ufficiale e protocollata.
Va da sé che tutto questo è finito in Tribunale dove non sarebbe mai dovuto finire vista la scontatezza del buon diritto della “depredata”.
Lì però altri due italiani i Commissari della Legge Antonella Volpinari e Simon Luca Morsiani per istruire, anzi alla fine per archiviare per decadenza dei termini, quanto denunciato impiegarono cinque anni con quel che ne potrebbe ora conseguire a livello di giustizia europea.
A ciò si aggiunge che durante le indagini dello Studio legale che patrocinava la correntista, proseguite in profondità visti i tempi tenuti dal Tribunale, è stato scoperto che oltre alle responsabilità dei succitati bancari, esisteva anche uno strano e decisamente contestabile rapporto tra banche controllate e controllore (a nome e per conto della RSM) considerato che tutte e tre utilizzavano nello stesso arco di tempo dal 2010 al 2014 la medesima società di revisione esterna, la BDO srl, italiana ed amministrata dall’italiano Dott.Paolo Scelsi.
Ovvero chi controllava i conti di chi acquisì in quel periodo Banca Commerciale Sammarinese, ovvero Asset Banca (che pur con querela in atto e “pistola fumante” nel cassetto nominò il succitato Dott.Droghini quale nuovo Direttore Generale), era lo stesso che poi controllava quelli di Banca Centrale che altro non era (ed è( l’organo di vigilanza finanziaria della RSM.
È evidente che quanto appena esposto è stato anche oggetto di attenzione dell’Ambasciatore italiano nella RSM Guido Cerboni il quale ha prontamente segnalato quanto occorso alla cittadina italiana alle Autorità locali nella persona del Segretario alla Giustizia Renzi.
Avviso ai naviganti: almeno due su quattro dei succitati continua ad operare nel mondo delle banche e delle consulenze finanziarie per conto delle stesse.
In Italia.
A Rimini.