“Quando sono costretti ad affrontare questo tema scottante è tutto un rincorrersi di scuse, giustificazioni e alibi forniti da provvedimenti, convenzioni e interpretazioni di norme confuse che consentono ad amministrazioni e istituzioni di procedere come vogliono”
“Un numero consistente di stranieri giovani, per la stragrande maggioranza maschi (327 contro 19), nullafacenti, di culture antitetiche alla nostra, senza condizionamenti sociali, etici o morali e, per lo più, senza controlli, in uno stato di impunibilità, ma anche di irresponsabilità. Stranieri che hanno presentato domanda di asilo, pur provenendo da paesi dove non sembra ci siano particolari situazioni di conflitto, e che in 112, nonostante abbiano ricevuto esito negativo alla richiesta, hanno fatto ricorso, naturalmente a nostre spese”.
È questo il quadro che emerge dai dati trasmessi dalla Regione relativi ai richiedenti protezione internazionale nei Comuni della Bassa Romagna, delineato dall’on. Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, e da Samantha Gardin, segretario provinciale del Carroccio e capogruppo nel Consiglio comunale di Ravenna.
“Si disegna – aggiungono – uno spaccato preoccupante perché la situazione di questa relativamente piccola area romagnola la dobbiamo moltiplicare per tutti i territori dove cooperative, enti assistenziali, privati, ecc. ospitano, per buonismo più o meno reale e certamente per lucro, centinaia di migliaia di stranieri, per lo più giovani maschi, disinteressati a osservare qualsiasi regola dettata da una società di cui, per lo più, non condividono e anzi disprezzano i valori.
Una bomba pronta ad esplodere, come ci dicono i dati e la cronaca quotidiana, perchè non si tratta solo dei richiedenti asilo, ma di tutta una massa di stranieri presenti nel paese in modo più o meno regolare che commettono reati con percentuali preoccupanti, come emerso dai numeri diffusi a più riprese.
Ma per rimanere nell’ambito degli aspiranti richiedenti asilo, la fotografia dei Comuni della Bassa Romagna prova, senza dubbio, le ragioni di chi denuncia la costosissima e irresponsabile accoglienza indiscriminata di soggetti che non fuggono da guerre o persecuzioni, ma arrivano con l’idea che l’Italia sia il paese delle meraviglie da sfruttare, mettendone a rischio la sicurezza e la tenuta sociale. Non sosteniamo, naturalmente, che tutti questi stranieri siano a rischio criminalità. Ma crediamo che, a lungo andare, senza sanzioni certe e regole ferree che prevedano l’espulsione immediata di chi non ha diritto a rimanere in Italia e di chi si macchi di un crimine, anche gli immigrati meno propensi a compiere reati, sembrerà possibile e plausibile commetterne senza timore di alcuna sanzione”.
Dai dati forniti dalla Regione, che ha risposto ad una specifica interrogazione del consigliere regionale leghista Massimiliano Pompignoli, emerge anche che “73 stranieri prima ospitati nel territorio della Bassa Romagna ‘hanno rinunciato alle misure di accoglienza’ e che, a questo, ‘sono seguiti formali decreti di allontanamento’. La realtà, in parole povere, è che 73 falsi richiedenti asilo si sono dati alla macchia e che, con ogni probabilità, non si sa dove siano e cosa facciano. Ma questo la Giunta regionale non lo dice. Quando si è costretti ad affrontare questo tema scottante è tutto un rincorrersi di scuse, giustificazioni e alibi forniti da provvedimenti, convenzioni e interpretazioni di norme confuse che consentono ad amministrazioni e istituzioni di procedere come vogliono”.
Beatrice Lamio
Ufficio Stampa Lega Nord Romagna