Fino a quando l’Italia non fermerà gli arrivi di migranti, gli altri governi europei non faranno concessioni sulla riforma del diritto d’asilo. E finché l’Italia continuerà a essere fonte di incertezza nell’Eurozona, la Bulgaria sarà tenuta fuori dal club dell’euro. E’ quanto sostiene il primo ministro di Sofia, Bojko Borisov, in un’intervista al quotidiano La Stampa, al termine del vertice tra Europa e Balcani, ospitato nella capitale bulgara.
A proposito del percorso della Bulgaria per entrare nell’euro, Borisov ha ammesso di comprendere che “vista la situazione in Grecia e in Italia, ci sia molta prudenza da parte delle istituzioni finanziarie”. “Quando si sente parlare della volontà di uscire dall’euro o di chiedere alla Bce di cancellare 250 miliardi di debito pubblico, beh ”, ha aggiunto, “non sono cose positive per l’Europa. Credo che i timori legati l’ingresso della Bulgaria nell’Eurozona siano poca cosa rispetto alle sfide poste da scenari di questo tipo in Italia”.
Quanto alla riforma dell’accordo di Dublino, il primo ministro bulgaro è stato chiaro.
“Le statistiche dimostrano che ci sono ancora flussi di migranti illegali e questo è motivo di preoccupazione in tutta Europa. Se Paesi come Italia e Grecia riuscissero a garantire la nostra stessa efficienza nella gestione dei confini, posso assicurare che avremmo immediatamente un accordo su Dublino. Anche sulla redistribuzione dei rifugiati. Gli altri governi temono nuove ondate migratorie, con milioni di persone in arrivo soprattutto da Paesi africani”.
E se l’Europa ha un dovere di accoglienza, per Borisov occorre fare un distinguo:
“Un conto è chi fugge dalle guerre, un conto è l’immigrazione illegale”, commenta. “E in Europa c’è una paura crescente rispetto al mondo islamico. Da noi c’è una nutrita comunità musulmana con cui la convivenza è buona. Ma se ci fosse un’avanzata dell’Islam radicale, temo che ci troveremmo di fronte a gravi problemi. Per questo Grecia e Italia devono affrontare la situazione. Noi faremo il possibile per sostenerli, ma questi due Paesi devono agire. È il loro dovere”.
askanews