Al suo vertice in giugno, l’Unione Europea dovrebbe adottare il cosiddetto “piano di connettività tra Europa ed Asia”, che è stato presentato come l’alternativa europea alla strategia della Nuova Via della Seta della Cina. Il piano verrà poi presentato al vertice tra UE e Cina in luglio.
Come si può apprendere sul n.20 dell’agenzia statunitense Eir, nel preparare quel documento, tutti gli ambasciatori dell’UE a Pechino, con l’eccezione dell’ambasciatore ungherese, hanno presentato a metà aprile un rapporto confidenziale in cui si sostiene che la politica cinese “va contro l’agenda dell’UE per la liberalizzazione del commercio e sposta l’equilibrio del potere a beneficio delle imprese di stato cinesi“. Secondo loro, l’impegno della Cina a rispettare le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio era solo verbale e non si traduce in “azioni concrete”.
Il 19 aprile, dopo che il quotidiano tedesco Handelsblatt ha rivelato l’esistenza di questa dichiarazione congiunta, la portavoce del Ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha risposto facendo notare che quanto sostenuto nel rapporto contraddice la posizione favorevole e in molti casi l’adesione alla partecipazione all’Iniziativa Belt and Road (BRI) già espressa da molti capi di governo europei.
“Durante la sua visita in Cina il Presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto a tutta l’Europa di impegnarsi attivamente in questa iniziativa. La Premier britannica Theresa May ha dichiarato che l’Iniziativa Belt and Road ha un influsso notevole in tutto il globo e che spera che Regno Unito e Cina coopereranno su questa iniziativa per promuovere la crescita economica globale e regionale“. Il Premier olandese Rutte ha detto lo stesso.
Hua ha sottolineato che l’Iniziativa Belt and Road segue le regole del mercato e gli standard per lo sviluppo sostenibile di alta qualità, aggiungendo che esistono molte barriere commerciali al mondo, ma nessuna di loro è stata creata dall’Iniziativa Belt and Road.
La dichiarazione della signora Hua era molto diplomatica, in quanto l’approccio dell’UE all’iniziativa della Cina è contraddittorio. Il vertice tra UE e Paesi dei Balcani occidentali, che si terrà nella capitale bulgara Sofia il 17 maggio dovrebbe definire un punto di vista sulla “connettività” diverso da quello cinese.
Il Presidente del Consiglio dell’UE Donald Tusk e il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker cercheranno di ricattare i partecipanti per far sì che rifiutino ogni tipo di cooperazione con la Cina, che non sia approvata da Bruxelles.
Potrebbe essere fatta un’eccezione per la Croazia, per il progetto del ponte di Sabbioncello (in croato Peljesac) che collegherà il Nord e il Sud del Paese senza passare per la Bosnia Erzegovina. Il contratto è stato affidato alla China Road and Bridge Corporation (CRBC), ma chi ha perso la gara d’appalto, l’austriaca Strabag e un consorzio italiano-turco, ha fatto ricorso sostenendo che la CRBC gode di sussidii di Stato, cosa che violerebbe le regole dell’UE. Il governo croato sembra deciso a procedere con questo importante progetto infrastrutturale, atteso da anni. La questione ora è se l’UE negherà il finanziamento dei 357 milioni di Euro che aveva annunciato. (OPI)